Non è facile proporre Maurizio Blondet, un giornalista che gli elettori di Hillary Clinton, Angela Merkel e Matteo Renzi demonizzano al massimo. C’è il rischio di passare per provocatori, e forsanche di farsi insultare. Ma io mi prendo la libertà di farlo, perché l’autore è interessante e il momento… sublime.
Avvertenza. I testi sono duri ed è opportuno che vengano considerati, in primis, come un documento. I “magliari dell’informazione”, infaticabili quanto infelici manipolatori, questa volta sono finiti veramente con il sedere per terra.
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CLAUDIO MARTINOTTI DORIA introduce. Maurizio Blondet, di cui vi allego l’ultimo intervento, avrebbe avuto ben diritto di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, ed invece a mio avviso è stato fin troppo moderato e non ha infierito più di tanto. Personalmente ai contenuti delle sue riflessioni post elettive negli USA, aggiungerei soltanto che la vittoria di Trump, non dico che fosse prevista con assoluta certezza dai blogger seri ed affidabili (quelli per intenderci con cui interagisco ed attingo abitualmente, e non sono solo italiani), ma non ha certamente costituito per loro una sorpresa, affatto. A cominciare dal famoso documentarista e giornalista free lance d’inchiesta Michael Moore che girando gli States dalla primavera all’estate scorsa ha colto il polso della situazione sociale ed economica della popolazione americana, a differenza dell’establishment americano e dei mass media al loro univoco corale servizio, ed aveva anticipato l’elevata probabilità che Trump potesse farcela a catalizzare il voto della classe media americana (che le precedenti amministrazioni hanno praticamente estinto riducendola in miseria), oltre che addirittura degli indigenti, il che costituisce un superlativo paradosso: i poveri che votano un super-ricco, un tycoon, un arrogante megalomane figlio di papà nato con la camicia che ha avuto tutto dalla vita. Ma la famiglia Clinton per questa grossa fetta di società americana sarebbe stato peggio, molto peggio, e non sto ad elencarne i motivi, che sono numerosi e sono emersi in particolare grazie a WikiLeaks, roba da voltastomaco, essendosi i Clinton rivelati per un’associazione famigliare a scopo criminale, basti pensare che hanno utilizzato la Fondazione Clinton per ricevere denaro dai paesi arabi e da multinazionali solo per combinare incontri politici istituzionali in suolo americano e per finte comparsate e conferenze, e con quel denaro, che in una Fondazione dovrebbe essere destinato in beneficenza e progetti umanitari, hanno ad esempio comprato una casa alla figlia Chelsea da 10 milioni di dollari, pagato le spese del matrimonio per 3 milioni di dollari e l’hanno assunta a stipendio annuo di 600 mila dollari nell’organico della Fondazione senza che in realtà svolgesse alcun servizio. E poi ci lamentiamo dei nostri politicanti, baciamani e leccapiedi di quelli made in USA, forse si prostrano nei loro confronti proprio per l’invidia che provano a non poter disporre delle loro stesse opportunità di approfittamento, delle loro rendite e benefits, in confronto i politicanti italiani sono dei miserabili, sotto tutti i punti di vista.
Ad ogni modo non facciamoci troppe illusioni, pur constatando che con Trump il rischio che si scateni una guerra mondiale si è ridimensionato, i neocons superato lo shock iniziale non staranno con le mani in mano ed useranno tutto il loro potere, anche ricattatorio e criminale, e la loro rete (ragnatela) di funzionari nelle istituzioni, per esercitare pressione su Trump (anche boicottandolo) per ottenere qualche risultato a loro favore. Mi spiace per i complottisti oltranzisti, ma non credo che i neocons lo avessero previsto ed avessero pianificato anche questa opzione, sono scollati dalla realtà della povera gente, troppo abituati a parlarsi addosso per rendersi conto che non sempre si riesce a manipolare in toto la popolazione, per quanto la si tenga nell’ignoranza e si abbiano tutti i media (spin doctor e frame) sotto controllo. Ed anche la carta dei brogli elettorali non hanno potuto giocarla, perché già anticipata dall’avversario che li aveva messi in guardia, si sarebbe scoperto troppo il loro gioco, divenendo pacchiano, ed hanno dovuto rinunciarci, essendo oltretutto eccessivo il vantaggio elettorale di Trump, che è riuscito a portare a votare parecchi milioni di americani che non votavano più fin dai tempi di Bush J. o addirittura di Clinton.
Chiudo con un auspicio, che gli attuali mass media ancora esistenti e retrogradi, che da anni si sono prostituiti in un infame mercimonio senza alcuna vergogna, mentendo spudoratamente e mostrando un’America che non esisteva, tutti in maniera monocorde a sostegno della Clinton data vincente senza il minimo dubbio, falliscano tutti, uno dietro l’altro, per il totale abbandono dei loro pochi lettori, telespettatori, utenti, ecc.. Se si vogliono informare e documentare che imparino a farlo ricorrendo ad Internet, individuando come fonte di informazioni coloro che si sono fatti una reputazione meritata, senza alcun aiuto dall’esterno, senza finanziamenti pubblici o privati sospetti.
Claudio Martinotti Doria
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Povero Gentiloni… e grande popolo americano!
MAURIZIO BLONDET Confesso la mia prima reazione: “Non sarà un trucco?” – Dall’11 Settembre, tutte le novità che vengono dagli Usa mi odorano di false flag. Ma lascio a domani i miei dubbi, e per oggi saluto il popolo americano. Il grande popolo dei “bianchi senza laurea”, dei rednecks (i colli rossi,quelli che lavorano all’aperto, muratori, coltivatori) spregiati da tutti i radicalchic con la puzza al naso. Un popolo che nella sua rozzezza e semplicità, ha mostrato una libertà di spirito straordinaria: non l’hanno intimidito le opinioni degli opinionisti “di prestigio”, ha saputo guardare attraverso le menzogne dei “rispettabili”, non s’è lasciato mettere in soggezione dai divieti del politicamente corretto da cui è stato inondato per dieci mesi (ancora nell’ultima ora, Huffington Post ha bollato Trump di “bugiardo seriale, misogino, razzista, xenofobo…”). Se n’è infischiato dei sondaggi falsi che davano Klinton vincitrice fin dal primo giorno, non s’è fatto sedurre né influenzare da femministe, lgbt, giornalisti (a cui si dovrà fare un processo), globalisti, né spaventare dal “crollo dei mercati” , né distrarre dal fumo e dagli specchi messi in atto dai poteri forti, né dalle “armi di distrazione di massa” televisive. I “bianchi senza laurea” hanno mostrato di non avere padroni nelle loro menti, di non aver portato i loro semplici cervelli all’ammasso del conformismo autorizzato. Hanno mostrato una limpida chiarezza di visione politica eccezionale: han capito l’essenziale e il fondamentale – ciò che tutti i “colti e semicolti” occidentali non hanno capito o non hanno voluto capire.
Grande popolo coraggioso, un coraggio politico sovrano che i nostri popoli europei non sanno più cosa sia. Noi ci siamo assoggettati a tutti gli enti sovrannazionali immaginati dalle oligarchie, abbiamo ceduto la sovranità popolare a chiunque, a gente come Barroso e Juncker e Merkel, a Draghi, noi italiani a tre governi che ci sono stati dati da fuori. Abbiamo rotto i rapporti economici con la Russia, con cui non avevamo alcun contenzioso, senza nemmeno pretendere un compenso da chi l’ha voluto, sia Obama o siano i baltici; abbiamo disapprovato e siamo rimasti sgomenti per il Brexit, i nostri autorevoli commentatori hanno profetizzato la rovina economica per la Gran Bretagna che s’era liberata dalla Commissione: profezia sbagliata, e argomento di una viltà quasi incredibile, del tipo: “Non possiamo essere liberi perché ci costa troppo”. E anche adesso le radio piangono: “Crollano le borse in tutto il mondo”. E chi se ne frega. Ci stanno di nuovo dicendo: “Non potete tornare liberi perché non conviene economicamente”.
I rednecks hanno detto “basta”, anche in qualche modo per noi. Dovremmo abituarci ad essere liberi, nostro malgrado, se – come spero – l’ombrello NATO non ci “proteggerà” più, tanto per dirne una.
Non so se Trump sarà all’altezza – è questo uno dei dubbi – del compito rivoluzionario che gli ha dato il popolo americano; ma comunque vada, il popolo americano merita il nostro rispetto, e il nostro grazie. Giù il cappello.
Il mio secondo o terzo pensiero è stato: povero Gentiloni. Wikileaks aveva spifferato le sue servili suppliche a Huma Abedin per avere un incontro, anche di cinque minuti, con Hillary, presentandosi così: sono “ membro del Partito democratico italiano, e per questo noi siamo legatissimi ai democratici americani…”. A settembre il nostro ministro degli esteri era andato pure a New York a tifare, a gridare “Forza Hillary”. Complimenti per l’alta intuizione politica, la statura del personaggio. E non parliamo di Matteo Renzi che è andato a baciare la pantofola di un Obama spettrale, falsificatore, guerrafondaio per conto dei sauditi, cripto-Fratello Musulmano – ed ora si trova al governo Donald. A cui naturalmente baceranno la pantofola, perché sono abituati a farlo, chiunque sia il padrone.
Poi, dovremo cominciare fare un processo al sistema mediatico, che s’è coperto di vergogna, e alla casta dei giornalisti che non hanno esitato a mentire spudoratamente, a tacere tutte le verità che giorno dopo giorno venivano fuori su Hillary.
Faccio un rapido, sommario conto di quelli che – salvo sorprese – sono i perdenti geopolitici. Il regno saudita, che ha pagato miliardi per storcere la politica estera americana secondo i suoi interessi e associarla ai suoi delitti. I neocon? Sarei meno sicuro. Ma perdente è Stoltenberg, sono i baltici, la giunta di Kiev, la Commissione, le entità sovrannazionali – e i mercati che crollano perché non hanno previsto, e non sanno più cosa sarà il futuro, e la speculazione che teme di non poter più assoggettare la politica – la politica sovrana . Ci perdono, spero, Soros, i guerrafondai e i loro servi per soggezione o paura in Europa.
Forse non ci sarà la guerra. Dico forse, perché – attenzione – non sappiamo ancora del tutto di quali poteri forti hanno appoggiato Donald. Voglio solo ricordare che molti americani, forse molti degli stessi che hanno votato Trump, votarono Obama, perché speravano che avrebbe messo fine alle guerre ultra-decennali neocon dell’era Bush jr.: non è riuscito nemmeno a chiudere Guantanamo, e le guerre contro Siria, Libia Somalia, Irak, Yemen, le ha invelenite pagando e addestrando un Califfato made in Cia,e insistendo a voler detronizzare Assad per consegnare la Siria a Al Qaeda.
Vedremo. Per il momento rallegriamoci, e salutiamo Vladimir Putin, che ha sfidato l’unipolarismo e il globalismo. Speriamo di rivederlo nostro amico.
Post Scriptum: i “bianchi senza laurea” che hanno votato Trump non significa che i neri e i latinos gli siano stati contrari. Per esempio Trump ha avuto dai neri più voti (+5%) e dai latinos (+2) di quanti ne abbia avuto Romney, per esempio. E’ la classe lavoratrice che ha votato, non tanto per Trump, quanto contro Hillary – e contro le guerre che ha promesso, visto che è la classe lavoratrice che poi le deve fare.
da www.maurizioblondet.it