Con la nomina di Reince Priebus a capo del Segretariato generale della Casa Bianca, il presidente eletto Donald Trump sceglie il consenso. Una decisione di non spaccare in due il partito repubblicano, bilanciando la scelta dell’estremista di destra Steve Bannon quale consigliere strategico del nuovo governo.
Priebus è vicino a Paul Ryan, presidente della Camera dei rappresentanti (un uomo poco amato da Steve Bannon). Con queste due nomine, Trump sembra non voler rompere con la sua linea di campagna elettorale, senza però isolarsi completamente dal partito. Una specie di via di mezzo, un compromesso per far contenti tutti quanti.
“Steve e Reince sono dirigenti qualificati e durante la campagna hanno lavorato bene insieme. Adesso li voglio entrambi alla Casa Bianca, dove lavoreremo per fare degli Stati Uniti un posto migliore – ha detto Trump in un comunicato stampa.
Priebus ha reagito alla nomina promettendo “di lavorare per creare un’economia che funzioni per tutti quanti, mettere in sicurezza le nostre frontiere, abrogare e sostituire la riforma sulla sanità promossa dal presidente Obama e distruggere il terrorismo islamico”. Un annuncio che mostra come non vi sia ancora un’intesa perfetta. Nei suoi due interventi pubblici dopo l’elezione presidenziale, Trump aveva detto che l’Obamacare non sarà smantellata completamente, dato che permette agli americani di accedere all’assicurazione sanitaria.
Reince Priebus è un puro prodotto del partito repubblicano. Avvocato di formazione, 44 anni è stato eletto presidente nazionale dei repubblicani nel 2011.
Abituato agli ingranaggi politici, si presenta come un personaggio “rassicurante” per Trump, il quale non ha mai avuto alcuna esperienza politica. Per costituire la sua squadra, Trump dovrebbe convocare diversi altri deputati. Fra di essi, Katie Walsh, capo di Stato maggiore del Comitato nazionale repubblicano, che ha contribuito a mantenere una stretta relazione di lavoro tra l’infrastruttura operativa del partito e la campagna elettorale.
Reince Preibus avrà, fra le altre cose, il difficile compito di fare da “tampone” tra i propositi che giungeranno dal consigliere strategico di Trump, l’estremista di destra Steve Bannon, e le voci discordanti dei deputati repubblicani, sia del Congresso che dalla Camera dei rappresentanti. Cosa che non gli dovrebbe risultare difficile, in quanto è un abile stratega. Quando, durante la campagna, Trump accusava il suo partito e il meccanismo delle primarie, Priebus non ha mai preso posizione e la sua neutralità oggi si è dimostrata vincente.