Brexit : il primo ministro britannico Theresa May inizierà nell’aprile 2017 i negoziati con i paesi europei. Malgrado la severa presa di posizione della Germania e della Francia, prima di un paio d’anni non sarà possibile sapere se le banche con base in Gran Bretagna manterranno o perderanno il “passaporto europeo”, che permette loro di operare ovunque nella Zona euro.
“Le banche non possono aspettare due anni prima di sapere cosa verrà deciso – commenta Guntram Wolff, del think tank Bruegel – Sin da oggi preparano gli scenari per proteggersi dai potenziali effetti negativi del Brexit.”
“Nell’incertezza, le banche sono obbligate a prevedere lo scenario peggiore. Centinaia di persone sono state mobilitate per lavorare ai piani di crisi – spiega Michale Lavelle, direttore della banca d’investimenti britannica del gruppo americano di servizi finanziari Citigroup.
La portata dell’esodo resta incerta. Prima del referendum del Brexit, HSBC parlava di un migliaio di posizioni che potrebbero spostarsi a Parigi. JP Morgan aveva evocato 4’000 posti di lavoro. Un banchiere francese della City di Londra dice che tra 5 % e 20 % degli impieghi delle banche d’investimento internazionali potrebbero partire. Le banche dicono che faranno il possibile per non perdere i redditi. “Metteremo i nostri impiegati dove sarà necessario, per continuare a servire i clienti – prosegue Michael Lavelle.
Un esodo imminente ? C’è chi lo pensa. “Le prime decisioni verranno prese a gennaio 2017 – assicura Ken Owens, consigliere finanziario. La banca americana Goldman Sachs avrebbe già riservato uffici a Francoforte, secondo l’agenzia Reuters. Vi è sicuramente l’interesse a drammatizzare, per spingere il premier Theresa May a negoziare il miglior accordo possibile.
Ma non tutti gli istituti finanziari hanno fretta di lasciare la City di Londra. Le grandi banche europee come Deutsche Bank, BNP Paribas o Société Générale, dispongono di una forte presenza sul continente. Alcuni gruppi britannici, come HSBC o Barclays, hanno anch’essi una presenza nella Zona euro, e questo permette una certa flessibilità e più tempo prima di agire.
Contrariamente agli americani, agli svizzeri e agli asiatici, le banche che hanno la sede nell’Unione europea o che vi hanno una forte presenza, non hanno bisogno di creare una filiale o di chiedere nuovi permessi – spiega Guntram Wolff.
In questi ultimi giorni, alcuni dirigenti hanno voluto calmare le acque. Il presidente della banca svizzera UBS ha detto che adotterà un sistema molto britannico, il “wait and see”, ossia aspetta e osserva.
Data la grande incertezza, nessuno vuole prendere una cattiva decisione, rischiando di traslocare troppo in fretta e molte banche aspettano di avere un’idea più precisa di quanto accade. Poi decideranno cosa fare.