Donald Trump sembra aver deciso di nominare Consigliere per la Sicurezza nazionale il generale Michael Flynn. Ex direttore della Defence Intelligence Agency (DIA) dal 2012 al 2014, è uno dei migliori elementi dell’esercito americano, spesso presentato come simpatizzante dell’estrema destra, a causa dei suoi violenti attacchi a Hillary Clinton.
Se la sua nomina verrà confermata, Flynn sarà una delle figure centrali dell’amministrazione Trump. L’ammiraglio Mike Roger, che nel 2014 era direttore della NSA, lo ha definito il miglior agente dei servizi d’informazione degli ultimi 20 anni. Il “realismo” del generale sarebbe un cambiamento benvenuto rispetto alla dimensione molto dottrinale dell’attuale politica estera americana.
Nel 2012, Flynn era stato nominato capo della DIA, durante il secondo mandato di Barack Obama. Dopo l’eliminazione di Osama Bin Laden, il presidente americano contava su di lui affinchè riprendesse il discorso governativo secondo cui la minaccia terrorista era terminata e il pericolo era passato, ma Flynn non lo aveva fatto.
Al contrario, aveva continuato a mettere in guardia l’amministrazione Obama contro la pericolosa tendenza a minimizzare la minaccia terroristica. Questo aveva provocato conflitti sempre più accesi con la DIA, che nel 2014 avevano portato alla sua partenza.
In un’amministrazione decisa a considerare la questione del terrorismo come risolta, la posizione di Flynn diventava insopportabile. Inoltre, il fatto che per lui il “politicamente corretto” fosse una nozione da ignorare, lo aveva di molto allontanato dalle simpatie del governo.
La famiglia politica di Flynn era democratica, a differenza di molti ufficiali dell’esercito americano, appartenenti al partito repubblicano. Dopo la partenza dalla DIA, aveva cambiato partito e più tardi aveva garantito il suo appoggio alla candidatura di Donald Trump.
La relazione che Flynn ha con l’ideologia neoconservatrice ha certamente visto un’evoluzione nel corso della sua carriera. E’ chiaro che vi è stata una conversione al realismo politico, conversione che lo ha portato, ad esempio, a voler fare della Russia un alleato nella lotta al terrorismo. Una posizione molto vicina a quella del nuovo presidente Donald Trump. Sicuramente, la nomina del generale Flynn a Consigliere presidenziale per la Sicurezza nazionale sarebbe percepita da gran parte dell’esercito come una vendetta per i torti subiti da diversi alti ufficiali, e soprattutto come una rivincita nei confronti dei burocratici di Washington.