Più di 50’000 persone sono scappate di fronte all’avanzata delle forze del regime siriano nei quartieri ribelli di Aleppo-est, nel corso degli ultimi quattro giorni. Lo ha indicato martedì l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (OSDH).
La resa dei quartieri nella parte est di Aleppo, controllati dai ribelli dal 2012, si fa sempre più consistente. L’offensiva condotta dalle truppe del presidente siriano Bachar al Assad si traduce in combattimenti al suolo e bombardamenti aerei. Il responsabile delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Stephen O’Brien, parla di una situazione allarmante.
Delle circa 50’000 persone che hanno abbandonato le proprie case, circa 20’000 hanno trovato rifugio nella parte di Aleppo controllata dal governo, mentre altre 30’000 hanno raggiunto l’enclave di Cheikh Maqsoud, controllata dai guerriglieri curdi.
Il presidente del locale consiglio dei quartieri ribelli di Aleppo-est ha reclamato l’attuazione di un corridoio sicuro, per permettere l’evacuazione dei civili che ancora si trovano nei quartieri bombardati dalle forze governative. Questi bombardamenti continuano in effetti a fare vittime civili. Almeno 21 persone, tra cui due bambini, sono rimaste uccise mercoledì.
Nel frattempo, negoziati tra i ribelli e emissari russi avrebbero avuto luogo in Turchia. Si è trattato di discussioni sulla fine dei combattimenti, sulla consegna degli aiuti umanitari e sull’espulsione da Aleppo dei combattenti del Fronte Fateh al-Sham. Uno scenario che per il momento viene respinto dai ribelli, stando a un comunicato dell’agenzia Reuters.