Dopo due piani di salvataggio finanziati dai contribuenti e la bocciatura agli stress test europei, alla fine dello scorso luglio, il Monte dei Paschi di Siena si prepara a beneficiare di un nuovo piano di salvataggio. Un’operazione che a settembre il governo italiano aveva escluso in maniera categorica.

Da un articolo del 6 dicembre del portale Zero Hedge – “Secondo l’agenzia Reuters, l’Italia si prepara a una partecipazione di 2 miliardi di euro nel Monte Paschi, per prenderne il controllo.
Prima di ciò, il governo italiano era già l’azionista di maggioranza, essendo proprietario del 4 % delle parti della banca. A seguito dell’operazione, lo Stato italiano dovrebbe giungere a detenere il 40 % di Monte Paschi.
In questo modo, il governo controllerebbe le riunioni degli azionisti per prendere di fatto le redini della banca, in una manovra che assomiglia molto a una nazionalizzazione.

Il decreto che permetterebbe di finalizzare l’accordo potrebbe essere votato già questo fine settimana. Resta da sapere come reagirà l’Europa, con Merkel, Schäuble, Dijsselbloem & Co. che hanno chiaramente detto che è il principio del prelievo interno che deve essere usato per salvare le banche insolvibili, e non gli interventi dello Stato con i soldi dei contribuenti.

Ma che fare, visto che è l’Italia tutta che potrebbe essere toccata da una crisi bancaria in caso di contagio (crisi che non impiegherebbe molto a uscire dalle sue frontiere) ?

Ben prima del referendum, le banche italiane erano alla ricerca di miliardi di euro per rinforzare il capitale proprio. I risultati di domenica non hanno sistemato nulla, al punto che l’agenzia di rating Fitch ha rivisto al ribasso la prospettiva dell’intero settore.
L’agenzia di rating ha dichiarato che la redditività del settore era già fragile prima del referendum che ha scatenato un caos politico e portato alle dimissioni del primo ministro Matteo Renzi.

“Il risultato del referendum potrebbe mettere in pericolo i piani di ricapitalizzazione di alcune banche italiane, in particolare Monte Paschi e UniCredit. Ha anche conseguenze negative per il settore bancario italiano nel suo insieme, dal quale gli investitori si sono già allontanati nel 2016.
La capacità del settore di accedere ai mercati istituzionali per il suo finanziamento e la sua capitalizzazione, diventano sempre più difficili e cari, con un possibile peggioramento – ha dichiarato Fitch.”