Turkish Prime Minister Recep Tayyip Erdogan speaks during a joint press conference with his Hungarian counterpart Viktor Orban, unseen, at the Parliament building in Budapest, Hungary, Tuesday, Febr. 5, 2013. (AP Photo/MTI, Tamas Kovacs)

dal portale www.milanofinanza.it

Turkish Prime Minister Recep Tayyip Erdogan speaks during a joint press conference with his Hungarian counterpart Viktor Orban, unseen, at the Parliament building in Budapest, Hungary, Tuesday, Febr. 5, 2013. (AP Photo/MTI, Tamas Kovacs)“Ho le prove che la coalizione guidata dagli Stati Uniti in Siria aiuta gruppi terroristici come l’Isis”. Lo ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Ci accusano di aiutare lo Stato Islamico”, ha affermato, “Ma invece sono loro a dare sostegno a gruppi terroristici compresi i Daesh” (così viene chiamato lo Stato Islamico nel mondo arabo e in Turchia). E’ molto chiaro. Abbiamo le prove, con immagini, foto e video”.

L’uscita di Erdogan è clamorosa e gravida di conseguenze. La situazione in Turchia è a dir poco confusa. La scorsa settimana il mondo è rimasto senza fiato nel vedere le immagini del poliziotto turco che uccideva l’ambasciatore russo Andrei Karlov per vendicarsi della riconquista di Aleppo da parte dell’esercito siriano fedele al presidente Bashar Assad aiutato dalle forze armate di Mosca. Negli ultimi tempi c’è stato un clamoroso avvicinamento fra la Turchia e la Russia. Uno sviluppo non sorprendente, visto che Erdogan è convinto che il fallito tentativo di colpo di Stato ai suoi danni dello scorso 15 luglio sia stato opera del predicatore musulmano Fethullah Gulen, suo ex alleato che da anni è riparato negli Stati Uniti.

Erdogan è stato più volte accusato di finanziare l’Isis tramite il contrabbando di petrolio estratto dalle aree occupate dallo Stato Islamico, un traffico che vedrebbe coinvolto in prima persona il figlio dello stesso presidente turco, Bilal. In quanto agli Stati Uniti, il presidente eletto Donald Trump durante la campagna elettorale ha più volte accusato la sua concorrente democratica, Hillary Clinton, di avere aiutato l’Isis quando era segretario di Stato. L’uscita di Erdogan potrebbe essere interpretata anche come un tentativo di ingraziarsi Trump. Quando si parla di cose turche ogni interpretazione è possibile. Di certo le parole di Erdogan avranno delle conseguenze.

Marcello Bussi