Il NY Times rende note le proprie indagini: un ricco finanziatore di destra incaricò dal 2015 un ex agente UK e un ex reporter di compromettere il passato di Trump per impedire la sua nomination

Il dossier a luci rosse diffuso martedì sera dalla Cnn e da Buzzfeed martedì sera avrebbe un committente… di destra. La ricerca ultimata dal Times ha individuato l’artefice della “Congiura di Palazzo” che sarebbe, appunto, un magnate repubblicano anti Trump. Costui avrebbe ingaggiato Glenn Simpson, ex reporter del Wall Street Journal e Christopher Steele, ex spia dell’Intelligence britannica, ora a capo in prima persona di un’agenzia di spionaggio, la Fusion GPS. Tutti insieme appassionatamente, costoro avrebbero confezionato il dossier sul ricatto russo. Roba da film. La cui trama (stramba) sarebbe: Putin sarebbe venuto a conoscenza, assieme ai suoi agenti, degli affari segreti di Trump, dei suoi segreti scabrosi e dei suoi incontri con prostitute, a Mosca. E Trump, da gran signore, si difende con una battuta: “Quando vado in albergo sto molto attento che non ci siano microspie. E poi ho notoriamente l’ossessione dei germi.” Ma il film (mentale) continua. Putin avrebbe ricattato Trump senza mai immaginare che costui sarebbe divenuto presidente degli Stati Uniti. Eh bien, lo avrebbe usato pertanto come manipolatore. La Russofobia e l’ossessione di un Panrussismo sul mondo da parte dei detrattori sono impressionanti.

Il NY Times non ha divulgato, a differenza della Cnn, il dossier, poiché ritenuto poco attendibile.

La Cia ne ha messo al corrente l’ormai uscito di scena Barack Obama.

“Roba da Germania Nazista” ha commentato Trump.

(Fonte Repubblica.it)