I compagni non vogliono che si insegnino le basi fondamentali delle nostre istituzioni (dal Mattino odierno)
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Ticinolive sostiene con forza l’iniziativa per l’insegnamento della Civica nelle scuole ticinesi, avversata dai Socialisti e dal DECS.
In questa bella immagine Iris Canonica con il presidente del Comitato per la civica dottor Alberto Siccardi
Me l’aspettavo e puntualmente è arrivato! Sto parlando del tentativo di bloccare in ambito parlamentare la concretizzazione dell’iniziativa popolare per introdurre l’insegnamento della civica in alcuni ordini della scuola ticinese. Dopo l’audizione dei rappresentanti del comitato promotore, di cui faccio parte, dello scorso 19 dicembre, durante la quale sembrava che la commissione scolastica del Gran Consiglio all’unanimità fosse d’accordo di accogliere l’iniziativa popolare sull’insegnamento della civica, attraverso l’introduzione di una materia ad hoc, con almeno 2 ore di insegnamento al mese, e con una nota specifica,ecco che a distanza di neppure un mese c’è chi non è più d’accordo. Abbiamo infatti saputo dai mezzi d’informazione che Raoul Ghisletta, membro PS della commissione citata e sindacalista VPOD (il sindacato dei dipendenti pubblici, che raggruppa anche diversi i insegnanti di storia) ha sollevato una serie di obiezioni, concernenti l’abilitazione dei docenti all’insegnamento della civica, risultando ache ridicolmente ironico sulla questione delle ore di insegnamento. E se invece fosse insegnata in una lezione di due ore al mese o di due lezioni di un’ora al mese, sarebbe ancora così ridicola, signor sindacalista PS? Le cose rischiano insomma di andare ancora per le lunghe, dopo che l’iniziativa popolare è stata consegnata più di tre anni fa.
Pretesti capziosi
Il comitato promotore, guidato da Alberto Siccardi, verificherà le obiezioni sollevate, alla luce anche della proposta di rapporto (verosimilmente di maggioranza, viste le reazioni del PS), elaborata dal deputato Michele Guerra, che in sostanza accetta i punti principali dell’iniziativa popolare. Al di là di tutto e in merito alle obiezioni sollevate, si fa comunque assai fatica a capire come mai un docente abilitato ad insegnare la materia denominata ufficialmente “Storia e civica” (oggi si chiama così, anche se di fatto la civica non viene insegnata, se non parzialmente o frammentariamente), non dovrebbe essere automaticamente abilitato ad insegnare “Civica”. Queste obiezioni, volte in primo luogo a tirare per le lunghe la questione, generando se del caso ulteriore burocrazia, e secondariamente a picconare l’iniziativa in quanto tale, non cambiano di una virgola i contenuti dell’iniziativa stessa. Si mettano il cuore in pace i suoi detrattori.Su questo punto, staremo comunque a vedere come risponderà chi di dovere, tanto più che non mi sembra che simili problemi siano stati sollevati per chi insegna “Educazione sessuale” o per chi insegna materie legate all’economia domestica.
Obiezioni ideologiche
Che le reazioni all’iniziativa popolare lanciata con successo nel 2013 fossero non tutte a noi favorevoli era assai logico. Alcuni docenti di storia si sono scagliati contro gli iniziativisti, accusati quasi di aver commesso un reato di lesa maestà contro parte del corpo insegnante. Nel frattempo, devo dire di aver incontrato diversi docenti decisamente favorevoli a questo tipo di insegnamento, a dimostrazione che anche all’interno della scuola certi unanimismi hanno fatto il loro tempo. I motivi di contrarietà addotti da questi docenti erano, per la verità, più di natura ideologica-partitica che non di contenuto (si leggano al riguardo alcune lettere pubblicate sui quotidiani ticinesi per rendersene conto) e già questo la dice lunga. Se l’iniziativa fosse venuta da un’area gradita a questi docenti, le cose sarebbero magari andate diversamente?
DECS contrario
Da parte del Dipartimento preposto, il DECS, e del suo direttore, Manuele Bertoli, l’opposizione è stata da sempre evidente, al punto che, oltre a mettere addirittura in forse la ricevibilità dell’iniziativa stessa (opzione smentita alla grande dal Parlamento e dai periti), si è tentato di mettere in contrapposizione l’insegnamento della civica a quello ipotizzato di “storia delle religioni”. Tutto ciò ricorda davvero i famosi cavoli a merenda.
Rammento molto brevemente e a scanso di equivoci che per insegnamento della civica gli iniziativisti intendono l’insegnamento delle basi fondamentali delle istituzioni che reggono il nostro Paese. Non si tratta dunque di fornire nozioni sui tribunali internazionali dei diritti dell’uomo, sul funzionamento delle ONG (organizzazioni non governative di mezzo mondo), su come si accede alle prestazioni sociali da parte di chicchessia o su come far capo agli ambulatori diurni.
Ricordo inoltre che è dal 2000 che si parla di insegnare regolarmente la civica nelle nostre scuole, da quando cioè i Giovani Liberali Radicali Ticinesi lanciarono un’iniziativa in tal senso (a Cesar quel che è di Cesare). L’iniziativa finì in poco o nulla, perché nella legge sulla scuola compare sì il principio dell’insegnamento, ma non della materia in quanto tale, con la rispettiva nota, che è invece quello che noi chiediamo e sul quale non retrocederemo di una virgola.
A buon intenditor….
Iris Canonica