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Negli scorsi giorni sono emersi ulteriori sviluppi nell’ambito dell’inchiesta dello scandalo dei permessi fasulli. Oltre alla conferma dei primi sei arresti, altre due persone sono state fermate il 14 febbraio: una 49enne impiegata dell’Ufficio migrazione di Bellinzona e un 24enne impiegato presso il contact center dell’Ufficio esecuzione di Faido, entrambi svizzeri.

Quest’ultimo, come riportato da tio.ch, “ha militato negli ultimi anni nell’AC Bellinzona, tra l’altro, in concomitanza con un altro indagato, il funzionario 28enne dell’Ufficio migrazione sospettato di essere stato corrotto per fornire dei permessi falsi”.

Il 25enne kosovaro titolare dell’Aliu Big Team Sagl invece, ha confessato agli inquirenti di aver ceduto alcuni lavoratori ad un’azienda di Camorino che opera nell’ambito dei ponteggi. Il blitz seguito alla confessione ha portato all’arresto di due cittadini kosovari di 42 e 32 anni, rispettivamente titolare e direttore della ditta in questione. Entrambi sono stati arrestati con ipotesi di reato di tratta di esseri umani, ripetuta usura, ripetuta falsità in certificati, ripetuta incitazione aggravata all’entrata, partenza e soggiorno illegale di persone. L’indagine è coordinata dal Procuratore Pubblico Antonio Perugini.

Nel frattempo una lettera anonima lancia accuse all’Ufficio della migrazione che denuncia la poca organizzazione che ha reso semplice rubare la carta speciale per stampare i permessi.

“A stabilire se le accuse contenute nella lettera anonima siano vere o meno, ci penseranno in ogni caso la Procura e l’audit che verrà promosso nei confronti del settore dell’Amministrazione finito nella bufera” si legge su Ticinonews.