“Il socialismo non è scomparso e non è meno pericoloso di quello del secolo scorso. E’ solo mutato geneticamente e si è diffuso negli altri partiti.”

* * *

Ho messo in evidenza quella che è a mio avviso la frase chiave di questa lunga lettera.

Come vedo la formazione politica degli amici di Area Liberale? La vedo come un “partito” di idee, fatto unicamente di idee. Un partito appartenente alla prosaica e materiale realtà ha parecchie cose in più: è radicato nella società, sa infiltrarla e condizionarla, può offrire vantaggi e posti di lavoro, possiede una quantità di “clientes” e un esercito di galoppini. Verrebbe quasi da dire: è un’altra cosa.

I “dodici anni di politica liberale masoniana” vengono citati a proposito, ma dov’è questa politica? Dentro Area Liberale? Probabile. Nel PLR? In una parte del PLR? In una piccola parte del PLR?

* * *

Lettera in occasione del 5. Anniversario dalla sua fondazione il 2 marzo 2012

Chi l’avrebbe mai detto che esattamente 5 anni dopo la sua fondazione, era il 2 marzo del 2012, AreaLiberale (AL) fosse ancora viva, vegeta e motivata più che mai ! Quella sera di 5 anni fa un gruppo di 31 amiche e amici decisero di fondare in una sala dell’ex convento delle agostiniane di Monte Carasso il partito chiamato AreaLiberale. Nessuno nasce da solo, e AL non rinnega i suoi geni costitutivi. Senza dodici anni di politica liberale masoniana e senza la successiva concretezza operativa di Idea Liberale non saremmo mai nati. Ci sentiamo addosso la responsabilità di sintesi continuativa di quella visione liberale e la riconoscenza di poterla perpetuare in forme nuove e contenuti aggiornati.
Oggi AL è ancora giovanissima ma ha già l’onore di avere due suoi rappresentanti in Gran Consiglio, e un gruppo di comitato di appassionati che li sostiene nel produrre politica attraverso numerosi atti parlamentari. Vogliamo ringraziare per questo primo lustro di vita, quel paio di migliaio di elettrici ed elettori che fedelmente hanno scelto il nostro partito e quella decina di migliaia di cittadine e cittadine che ci hanno dato il loro voto preferenziale, tutte quelle persone che con un messaggino sms, in fb, su tweet, con whatsapp o per lettera ci sostengono e ci incoraggiano quotidianamente; ringraziamo anche chi senza sceglierci (per ora) ci osserva e ci segue da vicino.

Allora non si trattava di montare l’ennesima formazione politica di arrabbiati, di delusi e quindi per farla pagare vendicativamente a qualcuno, e quindi contro qualcosa o contro qualcuno. AL non è un movimento contro. Ci muoviamo perché crediamo che sia necessario lavorare per qualcosa e non contro qualcuno. Perciò proponiamo positivamente e con fiducia una nuova offerta politica in più, una scelta in più per il cittadino, un arricchimento del dibattito politico in modo civile, una partecipazione elettorale composta e con il suo stile.

Per riuscire, oltre ai contenuti e alle organizzazioni contano le persone. Per questo abbiamo pensato a un Comitato di persone che amano la politica con la “P” e la vogliono fare, ma che non necessariamente ambiscono a ricoprire cariche elettorali. Persone che sanno dare qualcosa alla comunità facendo bene il loro ruolo professionale nella società civile, persone che sanno però anche che se non s’interessano, non partecipano e non si occupano di politica, questa a volte e in modo improprio si occupa comunque di loro. Siamo persone che sanno che la politica è una questione troppo importante perché la si lasci, da una scadenza elettorale all’altra, solo nelle mani di chi vince le elezioni.Siamo gente creativa, che rischia, che trasforma e che tenta. Gente che ha il coraggio di fare errori, che non ha paura a copiare chi sa fare meglio. Gente che non sa tutto, gente che non vuole fare tutto, gente che vuole coinvolgere altra gente. Gente che costruisce! Gente che ripone la sua speranza e passione nell’uomo che pensa, che fa; gente che non aspetta lo Stato e non rivendica sistemi perfetti.

Sembra banale ma pensiamo sia la via giusta, tentiamo da una parte di ricuperare ciò che altri non fanno più o perché lo dimenticano o perché non lo ritengono pagante, e dall’altra tenteremo di fare, di anticipare ciò che altri non vedono ancora. Ecco questo è il nostro spazio, la nostra Area di azione senza “rubare” nulla a nessuno, ma confrontandoci con i fatti della realtà e con la coerenza, la passione e la competenza che sono richieste per comprenderli, mutarli, correggerli e migliorarli.

Siamo una start – up della politica, vogliamo essere, toute proportion gardée, una sorta di Swatch della politica. Oggi come allora, vale la posizione di fondo di un vecchio detto cinese quando soffia un vento sferzante, impetuoso e continuo: si tratta di decidere se continuare a costruire muri o se iniziare a fare mulini a vento. Quel vento per noi oggi soffia forte, una tempesta che investe la finanza mondiale, gli Stati, le economie avanzate, le democrazie liberali, il lavoro, le imprese, i consumi, le famiglie, i valori, gli usi, le certezze e le sicurezze, i costumi, il diritto. Di fronte a questa realtà in mutamento, non possiamo semplicemente criticarla, condannarla, dare le colpe ad altri, sper are che non tocchi  a noi o che passi in fretta. No, occorre responsabilmente prendere una direzione. Fare una scelta. Tra cosa e cosa? Tra tre posizioni: rilancio della crescita o declino controllato o barbara spartizione dell’esistente.

Noi di AreaLiberale, fondando 5 anni fa un nuovo partito, nel nostro microcosmo una prima scelta l’abbiamo fatta: vogliamo costruire, vogliamo fare dei mulini a vento per sfruttare positivamente l’energia di questo vento insidioso e freddo del cambiamento.

In una parola vogliamo dare il nostro contributo politico affinché, e qui è la nostra scelta fondamentale di lavoro: si torni a crescere. La nostra sfida è quella di contribuire alla crescita, senza la quale non vi è lavoro, scambio, solidarietà, benessere e prosperità. Quindi non accetteremo un declino controllato, magari anche ammiccante e comodo inizialmente; e ci batteremo pure contro la nuova barbarie per la spartizione selvaggia dell’esistente. Ben inteso la politica non la si fa solo con la declamazione di ideali ma attraverso il duro lavoro concreto sul terreno di battaglia, al fronte. Quindi fermiamo il declino: stop alle politiche di sinistra.

Non è uno slogan ideologico, bensì la prima presa di coscienza necessaria e concreta per iniziare l’inversione di tendenza. Perché? Perché nulla accade per caso, e la situazione attuale ha un’origine, una causa verificabile.
Il socialismo non è scomparso e non è meno pericoloso di quello del secolo scorso. E’ solo mutato geneticamente e si è diffuso negli altri partiti. Come?

Per cominciare i socialisti hanno abbandonato la lotta di classe, avendo capito a) che l’hanno persa e b) che l’economia capitalista è utile e serve a riempire le casse dello Stato e pure per finanziare i loro propri piani. Hanno cambiato obiettivo: ora vogliono abbattere i valori e le regole del gioco che hanno prodotto benessere individuale e prosperità per tutti in Svizzera. Il socialismo trasversale e diffuso in tutti i partiti ora si chiama statalismo e centralismo. Questo concetto è più sdoganabile e esportabile oltre i confini del classico Partito socialista. Questi due fenomeni, statalismo e centralismo, sono i due veri nemici delbenessere, della libertà, della responsabilità individuale, dell’economia e del sistema istituzionale svizzero.

Lo statalismo pianifica la vita dei cittadini e delle imprese in ogni ambito dalla culla alla bara, e il centralismo burocratico la dirige. Purtroppo questa tentazione di perseguire dall’alto il perfettismo sociale e economico è molto attrattiva per troppi non socialisti, per questa ragione le politiche di sinistra crescono trovando terreno fertile trasversalmente nel Governo e in Parlamento. Non è facile accorgersi a) della mutazione genetica del socialismo e b) della sua efficacia nel diffondersi oltre al classico terreno dell’economia.

Per capire il mutamento in atto, ecco qualche esempio di cosa il socialismo geneticamente modificato sta producendo:

– bisogni che diventano diritti illimitati senza doveri e deresponsabilizzazione individuale
– demonizzazione dell’economia di libero mercato
– ingerenza e ostacoli all’economia
– iper-regolamentazione, eccesso di controlli, permessi e certificazioni a go’ go’
– prestazioni sociali “à la carte” e a pioggia
– moltiplicazione di imposte, tasse e balzelli
– consumismo pubblico, clientelismo statale e spreco
– immigrazione libera e incontrollata
– cessione di sovranità con l’assorbimento automatico del diritto UE in moltissimi campi
– centralismo decisionale e dirigismo burocratico dall’alto
– spendere malamente i soldi degli altri o quelli che non ci sono
– libertinaggio dei comportamenti
– relativismo etico e perdita di senso civico
– caos culturale e identitario
– integralismo ecologico
– ingegneria e pianificazione sociale
– statalismo consociativo interpartitico
– paternalismo e ingerenza sproporzionata dello Stato
– soffocamento della società civile
– populismo statalista e protezionista

Lo statalismo e il centralismo che promuovono direttamente e indirettamente queste situazioni, hanno superato di gran lunga in attrattiva elettorale la lotta di classe tra “padroni e operai”. Il socialismo in queste forme nuove sta prendendo il sopravvento culturale, nel modo di ragionare in molti campi della politica, nel modo di fare le Leggi e nel rapporto cittadino – Stato. Le conseguenze si vedono chiaramente perfino alle nostre latitudini: lavoro precario, famiglie tradizionali penalizzate, aziende serie demonizzate, contribuenti strizzati, ceto medio dimenticato, proprietà privata punita, bilaterali subiti, Stato costoso e deficitario, cinismo degli adulti e smarrimento dei giovani.

Le pesanti eredità di molti anni di politiche socialiste condivise in molti campi, grazie alla maggioranza di tutti gli statalisti nascosti in tutti i partiti, e sostenute dai loro vertici, sono: le finanze statali sfasciate, il debito pubblico in esplosione, il mercato del lavoro martoriato, l’economia in crisi, i costi sociali incontrollabili, la burocrazia invasiva, l’accentramento decisionale. Questo disastro ci ha dato il perverso strumento del moltiplicatore automatico di imposte e porterà a un drastico aumento di tasse e balzelli. Penalizzati saranno il ceto medio che lavora, i piccoli proprietari, gli artigiani e le aziende sane che fanno utile.

Complice, il liberalismo passivo che sta perdendo il suo significato originale e ancora di più ha perso la capacità di tradurre in azioni politiche i concetti borghesi di: parsimonia, frugalità, decoro, prudenza, moderazione, benevolenza, coraggio, speranza, iniziativa e religiosità. Sta collaborando a buttare nei rifiuti ingombranti la famiglia come motore educativo, l’azienda come generatrice di lavoro, il mercato come scambio pacifico e ha caricato lo Stato fino a farlo piegare su sé stesso di compiti e aspettative salvifiche di ogni genere. Il liberalismo ha tollerato l’esplosione dei diritti senza doveri e delle libertà senza responsabilità. Si è messo a esercitare e imporre il potere statale anziché controllarlo.

In questi anni siamo passati dal Tassa e Spendi allo Spendi e Tassa, che è molto peggio. I responsabili del disastro, giocano a nascondino nei partiti di governo ma noi sappiamo bene chi sono, dove sono e cosa hanno in mente. Fermiamoli.

Dobbiamo bloccare il declino impedendo al consociativismo di sinistra, illiberale e statalista, di continuare a spingerci dentro. Ci è chiesto di fare il contrario di quello che da anni fanno loro.
E per un partito piccolo come AL, che ha solo 5 anni di vita, ci sono solo poche cose da fare e subito efficaci per ottenere questo risultato:

1) Controllare il potere di chi governa
2) Spingere il Parlamento a fare il legislatore e il Governo l’esecutore
3) Far rispettare le regole del gioco e le decisioni democratiche
4) Dare voce ai cittadini in Parlamento e con la democrazia diretta
5) Impedire le decisioni che vanno a scapito del ceto medio, delle famiglie e delle aziende sane
6) Sfoltire le leggi e i regolamenti costosi ma inefficaci e inefficienti
7) Dare meno soldi allo Stato e imporgli di spenderli meglio
8) Togliere i bastoni dalle ruote di chi vuol fare, intraprendere, produrre e creare lavoro
9) Decentralizzare per ridare speranza e fiducia alla società civile in tutte le sue forme

Detto questo, però, non dimentichiamo che ogni tentativo di lavorare per tematiche e ogni misura di intervento sarebbe inconcludente e vana, se non ponessimo al centro coloro che sono i destinatari della nostra azione politica.

Sono quei cittadini dimenticati, quelle persone che in Ticino si alzano ogni mattina per lavorare, che a fatica ma con orgoglio tengono in piedi la loro famiglia, che pagano fino all’ultimo centesimo le imposte e i balzelli, quegli imprenditori che sacrificandosi creano lavoro per sé e per gli altri, tutti quelli che dallo Stato non beccano neanche un centesimo di sussidio. Sono moltissimi e dimenticati. Il cittadino dimenticato merita protezione politica, non protezione statale; merita difesa politica non leggi e regolamenti, merita riconoscimento civile non indifferenza burocratica. Il povero e il bisognoso non sono dimenticati, sono presi in cura dallo Stato sociale come non mai prima di oggi; i ricchi non hanno quasi bisogno dello Stato, e lo Stato non li dimentica mai avendo bisogno dei loro soldi. In mezzo c’è però una vastissima categoria di cittadini, famiglie, lavoratori salariati, piccoli proprietari, artigiani, commercianti vari, albergatori, imprenditori di cui lo Stato non si occupa, non hanno diritto ai sussidi o agli aiuti pubblici, non si lamentano, non possono andare altrove, non manifestano e non hanno lobby; per questo ci si dimentica facilmente di loro; salvo chiedergli di lavorare, produrre, pagare, votare, crescere i figli e ubbidire alle leggi, subire le diseconomie dei mercati dopati in silenzio.Noi non dimentichiamo che sono loro a tenere assieme e mandare avanti grazie alle loro vite la comunità civile. Per noi non esiste una politica astratta e autoreferenziale, esistono solo interventi politici che hanno un destinatario concreto, un cittadino, che può misurare se sta meglio o peggio di prima.

Per concludere, in occasione di questo 5. compleanno ci siamo permessi un regalo. E’ un sito nuovo del partito, perché ci teniamo alla massima trasparenza e alla più ampia condivisione di ciò che facciamo, pensiamo e dibattiamo. Il sito dovrebbe permettere a chi lo vuole, di vedere come speranzosamente e con determinazione vogliamo intervenire sul declino e invertire la rotta.

Nonostante tutto, cocciutamente crediamo nella positività del presente e abbiamo speranza nella bontà del futuro. Nel sito vi potrete facilmente trovare: tutto quello che stiamo facendo, per chi lo stiamo facendo, chi siamo, i nostri obiettivi, i nostri atti parlamentari, i nostri articoli, i nostri riferimenti, ma anche e perché no: i nostri sogni.

Oltre ai molti argomenti sui quali ci battiamo per il “meno Stato”, ci troverete in particolare i due temi cardinali e portanti della nostra politica: la riforma della scuola e il controllo della finanza statale. Il primo per offrire un futuro migliore ai nostri giovani, il secondo per permettere ai loro genitori di darglielo.

Se avete piacere a scoprirci, a seguirci, a controllarci a criticarci: visitateci ! Buona navigazione. www.arealiberale.ch

Un grazie e un carissimo saluto. AreaLiberale