Ri Jong-chol, il nordcoreano arrestato in Malesia perché sospettato di complicità nell’omicidio di Kim Jong-nam è stato rilasaciato ed espulso dal paese. L’esperto di chimica era sospettato di aver collaborato alla creazione del gas nervino che ha ucciso il fratello del leader nordcoreano ma ha rinnegato tutte le accuse e si è dichiarato vittima di un complotto. Fuori dall’ambasciata nordcoreana di Pechino, Ri ha riportato la sua testimonianza dichiarando che è stato incastrato da prove false. Ha inoltre aggiunto che la polizia malese, nel tentativo di estorcergli una confessione, ha minacciato di uccidere la sua famiglia che sarebbe ancora in Malesia.

Il gas nervino, con cui la vittima è stata avvelenata secondo il capo della polizia malese Khalid Abu Bakar, è una sostanza chimica chiamata agente Vx ed è classificata come arma di distruzione di massa dalle Nazioni Unite. Come riporta il portale Wired “L’agente nervino Vx può essere consegnato in due composti separati, che si mescolano all’ultimo momento per creare una dose letale. Secondo la ricostruzione della polizia, la sostanza sarebbe stata consegnata a due donne (ora arrestate) che si sono avvicinate a Kim Jong-nam e hanno svuotato le fiale sul suo volto”.

L’omicidio di Kim Jong-nam continua a compromettere la relazione finora pacifica tra Nord Corea e Malesia: il ministero degli Esteri malese ha infatti definitivamente espulso l’ambasciatore nordcoreano mentre l’intelligence sudcoreana e gli USA continuano ad affermare che l’omicidio è stato orchestrato da agenti nordcoreani.