Durante l’odierna seduta del Gran Consiglio, come da annuncio della scorsa settimana, il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Paolo Beltraminelli ha risposto a diverse domande contenute nelle sei interrogazioni al Consiglio di Stato riguardanti la ditta di sicurezza Argo One.Il ministro ha premesso che si è verificato un problema amministrativo: “Le verifiche sono state affidate al controllo cantonale delle finanze. È in atto una verifica completa, alla fine della quale avremo un quadro collettivo” e ancora “Sul piano amministrativo posso anticipare che le misure presentano anomalie ma richiedono comprensione del contesto in cui si sono verificate”.

Un contesto difficile da gestire come quello dell’arrivo dei migranti che necessitavano di alloggi. Quello della ricerca della sistemazione per i richiedenti era una procedura gestita in passato dalla Croce Rossa o dall’SOS e solo nel 2012 è stato affidato per la prima volta al DSS.

“Il Ticino anche ora è la vera porta alla quale arrivano i migranti” ha dichiarato il ministro per sottolineare il bisogno di un Centro cantonale, quello di Camorino.

“Per questo motivo vi è stata una deroga alle norme per l’attribuzione dei mandati, non solo i mandati per la sicurezza, ma anche i pasti, la pulizia e la lavanderia”.  Inizialmente la sicurezza era stata affidata ad un’altra ditta per un periodo di due anni ma in seguito l’Argo è stata ritenuta una buona candidata per il mandato.

“Il responsabile operativo della Argo era un collaboratore della società che gestiva il centro, aveva un’esperienza qualificata ed era stato apprezzato durante l’attività con la prima ditta. La Argo ha sottoposto una proposta strutturata comprendente l’accompagnamento dei richiedenti d’asilo e non solo la loro sorveglianza. Il centro infatti ospitava non più persone in attesa di essere allontanate ma persone che restavano per diversi mesi”.

Esisteva inoltre un fattore di convenienza economica “Le tariffe erano vantaggiose: un fatto positivo in un periodo di contenimento dei costi. La Confederazione non dà abbastanza soldi per gestire questa problematica. Si è deciso un contratto di prova per verificare l’idoneità della ditta, valido dal 27 luglio 2014 al 31 dicembre 2014. Questo contratto è stato firmato da me e dal capo divisione. Quella con la Argo è stata un’esperienza positiva e tacitamente riconfermata a livello di Divisione con gli stessi prezzi e condizioni”.

Proprio riguardo alla questione finanziaria Beltraminelli ha dichiarato: “Le fatture venivano trasmesse mensilmente al capoufficio USSI per una verifica dei lavori svolti. Dopo le opportune verifiche tenendo conto della presenza nel centro. Il prezzo orario è definito un prezzo economico, probabilmente molto basso. Si può discutere se troppo basso. In seguito l’ordine di pagamento veniva trasmesso alla Sezione delle finanze del DFE per la verifica e il pagamento.

Ci si è affidati con una certa prudenza alla Argo. La prima società applicava una tariffa di 48 franchi più iva, La Argo, invece, 35 franchi più iva (più 10% nelle ore notturne). In 2 anni e mezzo la società ha beneficiato di compenso che ammonta a 3’391’000 franchi. C’è una fattura non ancora pagata di circa 60mila franchi”.

Il problema dunque non consiste in una mancanza di trasparenza bensì in alcune “lacune formali in una situazione di emergenza. La Divisione ha provveduto a rinnovi taciti viste le buone esperienze con la ditta”.

“La scelta della Argo – ha chiarito Beltraminelli – è fondata su tre criteri: competenze ed esperienza del responsabile operativo, la presentazione di un valido concetto di gestione e il rapporto qualità-prezzo”.