È stata organizzata ieri nel centro di Mosca una manifestazione non autorizzata contro la corruzione, a cui hanno partecipano migliaia di persone. Il capo dell’opposizione russa a Putin, il blogger Alexei Navalny è stato arrestato e caricato su un furgone della polizia, lungo il percorso della marcia.  Un giornalista di Reuters che ha assistito alla scena ha raccontato di aver visto alcuni agenti fermare il blogger Navalny e farlo salire su un pulmino. La folla ha assaltato i mezzi delle forze dell’ordine urlando “Fascisti, liberatelo!” ma lo stesso Navalny ha twittato “Io sto bene, non vale la pena battersi per me” e ha esortato i manifestanti a continuare la protesta.

La polizia avrebbe fatto ricorso al gas per disperdere la folla e ha arrestato circa 500 partecipanti.

Immediate le reazioni da parte degli altri paesi del mondo. Secondo il portavoce del dipartimento di stato USA “fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell’uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali” e richiede il rilascio immediato in libertà degli arrestati.

Decisa anche la reazione dell’Unione Europea: “Le operazioni di polizia nella Federazione Russa, che hanno tentato di disperdere i manifestanti e hanno arrestato centinaia di cittadini, tra i quali il leader dell’opposizione, Alexei Navalny, hanno impedito di esercitare le loro libertà fondamentali, tra i quali la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, che sono iscritte nella Costituzione russa”.  Mosca a sua volta ha replicato: “Non possiamo essere d’accordo con questo appello e non possiamo prenderlo in considerazione. Gli obblighi di fronte al Consiglio d’Europa non comportano la necessità di violare la nostra legislazione interna”.

Intanto Navilny  ha twittato: “Sono fiero di coloro che sono venuti oggi in strada. Siete le persone migliori del paese e la speranza della Russia per un futuro normale. Molte persone sono state arrestate oggi. Questo è comprensibile, i ladri si proteggono così”, ha detto, aggiungendo che contro la corruzione “ci sono milioni di noi”.