Un articolo “controcorrente”, che non si unisce al coro

Ho letto decine di articoli e report on line, soprattutto di siti di geopolitica e blogger affidabili e molto ben informati, li ho letti soprattutto dopo l’attacco missilistico americano alla base siriana (alle 03.45 ora italiana, un cacciatorpediniere della marina USA ha lanciato 59 missili Tomahawk sulla base militare siriana di Shayrat), e mi sono formato l’opinione che siano solo rappresentazioni simboliche e messaggi criptici tra addetti ai lavori (non necessariamente ed esclusivamente rivolti agli attori coinvolti a livello regionale), cui i media fanno pedissequamente da cassa di risonanza, perché da sempre asserviti al sistema di potere, per influenzare, manipolare e confondere l’opinione pubblica.

Ciò che conta è che coloro che cui sono destinati e sono in grado di decodificare i messaggi li sappiano interpretare correttamente e rispondano ripristinando un equilibrio nel gioco dei poteri, che ormai sono frazionati, eterogenei e mutevoli, spesso conflittuali nell’ambito di uno stesso stato sovrano (c’è ben poca unità d’intenti, a differenza di quanto ritengono i cospirazionisti e/o complottisti).

In sintesi le cose non sono mai come appaiono. Ad esempio occorre sapere che nel 2013 quando in Siria si era vicini ad un intervento armato di terra americano e dei loro succubi (qualcuno li definisce ancora alleati), dopo la false flag dell’attacco chimico alla popolazione inerme ed i vari falsi bombardamenti agli ospedali siriani, attribuito all’unanimità mediatica al presidente siriano Bashar al-Assad, grazie all’intervento diplomatico russo si raggiunse l’accordo di smantellare le armi chimiche in possesso all’esercito siriano, per cui la Siria non possiede più armi chimiche da anni. Quindi il recente uso di tali armi a Idlib che ha causato la morte di diversi bambini è probabilmente una false flag (come riferito dal senatore libertario USA Ron Paul, che ha rivelato, come tutti i giornalisti seri dovrebbero sapere, che le armi chimiche ai gruppi siriani ribelli ed ai mercenari del sedicente stato islamico li ha forniti la Clinton durante il suo mandato sotto la presidenza Obama), oppure si tratta di un incidente, nel senso che è stato bombardato un deposito dei ribelli e guerriglieri islamici che conteneva armi e/o prodotti chimici (forniti loro dagli USA) e nell’esplosione si sono liberate sostanze tossiche che si sono riversate sulla popolazione inerme.

Occorre altresì sapere che Trump aveva preavvisato i russi dell’imminente attacco missilistico alla base militare siriana, proprio per evitare che vi fossero vittime russe, evitando di far incazzare i russi con il conseguente rischio di rappresaglie. Anche se Trump ha sbagliato a non informare anche il presidente cinese Xi Jinping con cui era a cena, perché per la cultura asiatica (e non solo) è un gravissimo sgarbo far fare loro (ai politici potenti) una brutta figura da disinformati e poco considerati, è un’umiliazione che si legheranno al dito, ennesimo errore politico diplomatico di Trump, dovuto alla sua sprovvedutezza in materia. Incompetenza inevitabile, dovuta preminentemente al fatto che, per le pressioni ricevute dai potentissimi neocons, ha dovuto liberarsi di molti consulenti e consiglieri del suo staff inizialmente da lui nominati, ed è ormai sempre più ridotto e circondato da parassiti incompetenti (il principale è il genero) e dai loro accoliti, vissuti negli agi, nel lusso e nell’autoreferenzialità (laureatisi grazie alle ricche donazioni famigliari alle più prestigiose università americane) e privi di esperienza e cultura specifica e con la supponenza autoritaria di coloro che non si documentano e non accettano consigli preziosi per non apparire deboli ed inadeguati alle responsabilità assunte. In tal modo finiscono per compiere errori, anche grossolani, perché si crea un circolo vizioso, catalizzando nel proprio entourage prevalentemente cortigiani ossequiosi ed escludendo coloro che saprebbero ben consigliare e controbilanciare con valutazioni più appropriate alle circostanze, che consentirebbero di prendere decisioni più avvedute.

Concludendo, se è vero che gli eventi pare stiano precipitando ed il ritmo con cui avvengono si fa sempre più serrato e minaccioso, e pur vero che la distribuzione dei poteri e delle forze in gioco è tale che nessuno di loro (Israele in testa, che rimane uno dei principali manovratori, sia direttamente che indirettamente) può permettersi eccessivi azzardi e pericolose proiezioni, limitandosi perlopiù a sondare l’avversario di turno, con una serie di mosse o bluff (come nel gioco degli scacchi), ma senza alcun intento veramente distruttivo e soprattutto autodistruttivo, essendo consapevoli di come alcune scelte possano rivelarsi infelici e ritorcersi contro drammaticamente.

Con questo non affermo ottimisticamente (non sono affatto ottimista) che sia escluso il rischio di una guerra imminente, ma che non deflagrerà oltre i limiti regionali, come temuto da molti che temono si scateni la terza guerra mondiale e possa degenerare in un conflitto nucleare. Quantomeno non ora.

Claudio Martinotti Doria