Riceviamo e pubblichiamo integralmente questo testo, che non impegna la linea della Redazione.
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L’Associazione per la difesa del servizio pubblico esprime viva preoccupazione per il futuro del Cardiocentro Ticino (CCT) poichè, in manifesto contrasto con quanto pattuito al momento della sua costituzione, notizie sempre più frequenti rilevano la volontà di alcuni ambienti di volerlo cedere al privato: si vedano le recenti dichiarazioni di Giorgio Giudici.
Come si ricorderà, la nascita del CCT è stata assai laboriosa.
1. Con un messaggio del giugno 1995, il Consiglio di Stato proponeva l’istituzione di un servizio cantonale di cardiologia con la seguente motivazione: “ si ritiene necessaria la creazione di un centro di cardiochirurgia nel nostro Cantone per assicurare un’assistenza cardiologica adeguata alla popolazione e offrire agli oltre 600 pazienti ticinesi che annualmente devono recarsi fuori cantone …. la possibilità di essere curati in Ticino, vicino alle loro famiglie: ciò costituisce una tappa importante nello sviluppo del sistema ospedaliero a cantonale.”
2. Con la presentazione delle Linee direttive e del Piano finanziario dello Stato per il quadriennio 1996-1999, il Consiglio di Stato adottò una serie di misure di risparmio. Con altri progetti, cadde anche il Servizio cantonale di cardiologia (il CdS ritirò il messaggio nel dicembre 1995).
3. In seguito ad una donazione privata, pochi mesi dopo nacque la Fondazione Cardiocentro Ticino, che propose all’EOC la realizzazione di un cardiocentro su un sedime dell’EOC, nei pressi dell’Ospedale Civico di Lugano.
4. Il 27 settembre 1996 l’EOC, d’intesa con il CdS, concedette al Cardiocentro un diritto di superficie di circa 3600 mq per una durata di 25 anni. Alla scadenza del contratto (nel 2021) l’EOC può chiedere la devoluzione gratuita della costruzione con le relative attrezzature.
5. L’articolo 11 dello statuto della Fondazione Cardiocentro, adottato il 22 dicembre 1995, da parte sua, precisa che alla scadenza dei 25 anni la Fondazione viene sciolta e il suo patrimonio devoluto all’EOC.
Come si può constatare, se non ci fosse stata una politica restrittiva del CdS, che privilegiava gli aspetti finanziari alla soluzione dei problemi, la nascita di un servizio di cardiologia non avrebbe incontrato nessun ostacolo. L’EOC se ne sarebbe occupato egregiamente, come ha fatto con tutte le altre discipline.
Ciononostante il servizio nacque con accordi rispettosi per l’ente pubblico. Questa importante struttura nel 2021 sarà finalmente integrata nell’EOC, come molte altre (neurocentro, IOSI).
E’ giusto riconoscere che, in tutti questi anni, il Cardiocentro nella sua attuale configurazione ha svolto un lavoro egregio ed apprezzato, sotto la guida precisa e competente del prof. Tiziano Moccetti: è pure opportuno considerare che i tempi e le condizioni sono mutati, per cui questa struttura può essere adeguatamente incorporata nell’ente pubblico, anche considerando l’esito della recente votazione popolare sull’EOC.
L’Associazione per la difesa del servizio pubblico auspica pertanto vivamente che gli enti e le Autorità coinvolte in questa importante questione sappiamo rispettare gli accordi presi, anche per sottrarre il CCT da eventuali appetiti di gruppi o enti speculativi. Solo l’integrazione del Cardiocentro nell’EOC può infatti garantire, in futuro, che lo stesso possa continuare a svolgere un servizio importante per la popolazione ticinese e privilegiare l’interesse pubblico.
Diego Scacchi, presidente