Una riflessione a seguito del servizio “Cancro: le false promesse”, Falò/RSI del 6 aprile 2017

Jean Olaniszyn al Rivellino

Nei giorni scorsi se ne è andato un amico malato di cancro. Da qualche tempo aveva rifiutato la chemioterapia che aveva iniziato qualche anno fa per poi smettere dato che, come mi aveva confidato, non riusciva a sopportarne gli effetti collaterali. Una morte annunciata per aver rifiutato coscientemente la terapia consigliata dalla medicina ufficiale. Una scelta personale, una decisione che rispetto.

Quello che non posso accettare è vedere dei poveri malati vittime di certi pseudo guru che possono agire indisturbati, anche sul territorio ticinese, come documentato nella trasmissione Falò della RSI – Cancro: le false promesse – di giovedì 6 aprile scorso e riportato dalla Regione (pag. 12) il sabato 8 aprile.

Le testimonianze registrate dai giornalisti di Falò sono impressionanti.

Addirittura insopportabili le spudorate “diagnosi” e le “cure” propinate ai malcapitati dal sedicente terapista “guaritore”, ex barista (sic!) Marco Pfister adepto della “Nuova medicina germanica” inventata dall’ex medico (sic!) tedesco Rike Geerd Hamer, radiato dalla professione per le sue teorie prive di fondamento secondo il mondo scientifico.

Cosiddette “cure” del guru che non hanno portato alcun beneficio a quei pazienti che hanno rigettato la medicina tradizionale, come accaduto per esempio alla giovane citata nella trasmissione morta per leucemia essendosi rifiutata, complici i genitori, di sottoporsi alle cure classiche. Come purtroppo accaduto anche ad altri, deceduti fra dolori lancinanti, come riferito dai famigliari.

Non entro nelle ipotesi di reato che non mi competono.

Jean Olaniszyn (al centro)

Però quale paziente dell’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI), curato e guarito (devo ancora ristabilirmi fisicamente e ovviamente sono sempre sotto sorveglianza medica) da un linfoma dopo un anno di cure – con dieci sedute di chemioterapia e tre mesi di degenza all’ospedale con interventi vari e emodialisi – voglio consigliare ai malati di cancro di non lasciarsi mai prendere dallo sconforto, di lottare sempre, e soprattutto mai cedere alle illusioni di certi individui che si approfittano della sofferenza per abbindolarli con false promesse di guarigione.

Personalmente, per l’esperienza vissuta sulla mia pelle, consiglio di seguire le cure classiche, anche se ciò, in qualche occasione, comporta anche una chemioterapia dura da sopportare. La ritengo l’unica via per avere una possibilità di guarigione.

Un grazie ai medici e al personale dell’Ospedale La Carità di Locarno e dello IOSI di Bellinzona che mi hanno curato in modo professionale e amorevolmente accudito nel corso della degenza, permettendomi di vincere questo male.

Jean Olaniszyn, Losone, 10 aprile 2017