* luganese, matematico, cattedratico alla scuola politecnica ENSTA di Parigi

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L’elezione di “Marine” rimane possibile

Macron = Ricchi vincenti; Le Pen = Poveri : una straordinaria equazione

Domenica 7 maggio si svolgerà il ballottaggio tra Marine Le Pen e Emmanuel Macron.

Pur improbabile, l’elezione di “Marine” rimane possibile, soprattutto dopo l’alleanza stipulata con Nicolas Dupont-Aignan, candidato con poco meno del 5 per cento al primo turno. Questo distinto signore rappresenta la “destra gollista” (comunque antifascista) e gode di un certo prestigio nel mondo politico francese, essendo considerato un uomo schietto, intellettualmente onesto, non opportunista. In caso di vittoria di Marine, sarebbe il nuovo Primo Ministro.

Lo stesso Jean-Luc Mélenchon (di estrema sinistra) arrivato quarto al primo turno ha fatto dichiarazioni ambigue in vista del secondo turno, non opponendosi frontalmente a Marine Le Pen. Comunque anche un’elezione di misura di Macron potrebbe rappresentare una “vittoria” per la Le Pen, la cui onda lunga potrebbe essere confermata alle importantissime elezioni legislative di giugno.

Che cosa rappresentano simbolicamente i due contendenti? Tra le varie cose Marine Le Pen rappresenta una politica di ripiegamento nazionale e Macron la continuità della politica europea della Francia e l’apertura verso il mondo. La “Le Pen” difende ora tuttavia una certa apertura verso il mondo della “Francofonia” (parte del continente africano per esempio): auspica addirittura un “Erasmus” della francofonia, cosa che secondo me fa sorridere.

Uno degli svantaggi di Macron é di avere il sostegno delle maggiori figure politichedel “sistema”, sia a destra che a sinistra. Ultima sparata, quella dell’ex-ministro di centro-destra Jean-François Baroin, lanciato da Chirac all’età di 25 anni durante la campagnaelettorale presidenziale del 1995. Baroin ha dichiarato la sua disponibilità (non richiesta tra l’altro …) ad essere “Primo Ministro” di Macron; Baroin che ha fatto “politique politicienne” tutta la vita incarna al meglio il “sistema”.

Macron avrebbe fatto meglio a distanziarsi decisamente da Hollande, come sembrava voler fare dopo la creazione del suo movimento politico “En Marche”. Ormai Macron appare ai più come l’uomo della continuità, tra l’altro molto apprezzato dalla leadership tedesca, cosa che potrebbe costituire un ulteriore handicap. Vari giornalisti di reti televisive pubbliche danno credito all’idea secondo cui Marine Le Pen rappresenti “il popolo” o addirittura i “poveri” e Emmanuel Macron “i ricchi, l’élite, la finanza (magari ebraica), il “pensiero unico”.

Tra l’altro molti ambienti vicini ai “Jeunes” (sostantivo inflazionato ormai sinonimo di “delinquentelli”) dei ghetti periferici delle città, auspicano la vittoria della Le Pen perché darebbe loro la possibilità di fare la “rivoluzione”, di cui si sono percepiti negli ultimi anni segnali precursori inquietanti, tipo le auto bruciate, gli attacchi alla Polizia e ai Pompieri considerati come simboli delle odiate istituzioni. Anche il comico franco-camerunense Dieudonné picchia duro su Emmanuel Macron e sostiene (più o meno velatamente) la Le Pen.

Il sistema di equazioni (MACRON = RICCHI VINCENTI; LE PEN = POVERI) è una bomba a scoppio ritardato. E’ di pochi giorni fa una dichiarazione di Jacques Attali, figura intellettuale mex-consigliere di Mitterrand negli anni ottanta. Uno dei simboli delle difficoltà economiche dell’economia industriale francese è l’azienda Whirpool ora sul sito di Amiens, ma che dovrebbe essere delocalizzata in Polonia. In seguito alla visita di Macron al sito industriale di Amiens, Jacques Attali, il quale sostiene apertamente Macron, ha appena dichiarato che il licenziamento di un centinaio di operai costituisce solo un aneddoto, del quale un candidato presidente non dovrebbe occuparsi. In altre parole Attali, ha fatto “fuoco amico” contro Macron. Purtroppo le sue origine ebraiche unite ad un antisemitismo latente di una parte della comunità arabo-musulmana, potrebbero accendere un’ulteriore miccia.

Da una quarantina d’anni, l'”establishment” di alternanza (centro-sinistra e centro-destra) si sono stretti al potere solo con alleanze contro natura per escludere il Front National dalla stanza dei bottoni. Nei suoi confronti, l'”établissement” (come dice Jean-Marie Le Pen) ha spesso alzato una cortina “repubblicana antifascista”.

Marine Le Pen già da molto tempo usa ironicamente la sigla UMPS, che contrae UMP (per “Union pour una Majorité Populaire”, cioé la destra tradizionale, ora “Les Républicains”) e PS (Partito Socialista): nel senso che dentro al “Front Républicain” (socialisti e destra consevatrice) fanno finta di essere avversari, ma in realtà eseguono la stessa politica (“blanc bonnet et bonnet blanc”) che è poi quella dettata da Bruxelles. Con l'”ingegneria elettorale” potrebbe aver solo ritardato l’appuntamento (speriamo non troppo drammatico) della Francia con la Storia.

Francesco Russo, Parigi