“Non pago affitto, non paghiamo l’affitto, dai c… siamo negri noi”; “poi ho bisogno di una f…ga bianca perché alla mattina mi sveglio con il c… duro duro duro”; “avremo 35 euro al giorno in albergo a fare festa con le f… bianche” e avanti così.

Inutile riscrivere per la centesima volta quello che tutti hanno già scritto: il volantino “neonazista”, il timore di incidenti, il traumatico annullamento della performance di Bello Figo.

Il senso profondo della vicenda è stato colto dal Presidente del Governo, lo statista Manuele Bertoli, che ha fatto piovere dall’alto la sua insindacabile condanna:

“Le minacce anonime sono spesso solo fanfaronate (qualche esperienza l’ho fatta) e, se non vanno sottovalutate, certamente non vanno subite. In nome della sicurezza non si deve rinunciare a poter vedere uno spettacolo innocuo, ma semmai bisognerebbe poterlo vedere in santa pace. A Lugano è accaduto qualcosa di pericoloso, non per le persone minacciate, ma per il nostro concetto di società libera”.

NOTA di carattere letterario. Il testo di Bello Figo a prima vista ha due pregi:  1) un senso di liberazione e di sdrammatizzazione sessuale  2) una marcata tendenza anti-razzista.