Oggi ho il piacere di proporre un bell’articolo di Costanza Naguib, che è stata un’apprezzata collaboratrice di Ticinolive. Tratto da Opinione Liberale, per gentile concessione

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L’USI ha una propria voce che contribuisce in modo originale e diversificato al progresso scientifico, al dibattito culturale e allo sviluppo sociale ed economico delle sue comunità di riferimento, così come del territorio della Svizzera italiana. Una voce sulla quale ha portato l’attenzione il rettore Boas Erez in occasione del ventunesimo Dies academicus

«L’Università della Svizzera italiana è una giovane adulta che si trova ad un punto di svolta» ha spiegato il rettore Boas Erez in occasione del ventunesimo Dies academicus dell’USI, svoltosi sabato scorso a Lugano. Erano presenti tra il folto pubblico in aula magna diverse personalità del mondo accademico e politico, ticinese e non solo. Presenti tra gli altri il consigliere di Stato Christian Vitta e il presidente cantonale Bixio Caprara.

Il Dies academicus è un giorno di festa e di gioia per la comunità accademica, ma anche un momento di riflessione sul presente e sul futuro dell’università. Secondo Erez «l’USI non solo esiste, ma insiste, non vegeta, ma vive e pulsa». L’ateneo – ha proseguito Erez – aspira a svolgere «una funzione di raccordo dell’offerta universitaria ticinese e per far questo deve poter far sentire la sua voce, una voce che spesso è fuori dal coro». Secondo Monica Duca Widmer, presidente del Consiglio dell’USI, « il futuro è già iniziato» nel senso che l’università ha raggiunto una certa massa critica e oggi anche la sua quinta facoltà, quella di scienze biomediche, è diventata realtà.

Come ricordato dal rettore, inoltre, importanti innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale, che hanno recentemente rivoluzionato il paradigma dei rapporti uomo-macchina, sono state realizzate proprio in Ticino e per la precisione presso l’Istituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale (IDSIA), che nasce da una sinergia tra la facoltà di scienze informatiche dell’USI e il dipartimento di tecnologie innovative della SUPSI.

Quando si parla di intelligenza artificiale, uno degli esempi più comuni consiste nei sistemi di riconoscimento vocale presenti negli smartphones. Si tratta di sistemi attraverso i quali le lettere sono trasformate in segnali numerici e viceversa. Il sistema viene inoltre programmato in modo tale da imparare a concentrarsi solo sulle cose importanti, vale a dire sul contenuto, ignorandone altre quali ad esempio il tono o timbro della voce.

Secondo il professor Jürgen Schmidhuber, direttore dell’IDSIA, comandi vocali e simili strumenti che si servono di forme di intelligenza artificiale, diventeranno in futuro sempre più diffusi, allo scopo di rendere la vita umana sempre più agevole, sana e duratura. Questa rapida evoluzione tecnologica non presenterà tuttavia solo dei vantaggi, ma comporterà anche delle importanti sfide. «Fra pochi decenni l’intelligenza artificiale supererà quella umana – ha spiegato Schmidhuber – si tratterà di un cambiamento epocale della nostra società, ben più rilevante di una nuova rivoluzione industriale».

Si tratterà senza dubbio di un cambiamento positivo, ma è necessario esserne consapevoli e prepararsi per poter sfruttare al meglio le opportunità che si presenteranno. Per Schmidhuber «dovremo essere preparati al fatto che ci sarà sempre qualcosa di nuovo che dovremo imparare per poter avere successo». Ecco quindi che – come sostenuto dalla presidente Duca Widmer – «l’USI avrà un ruolo fondamentale nel garantire la possibilità di una formazione rigorosa a dei giovani che abbiano un’attitudine costruttiva e pensiero critico, che siano curiosi e aperti al confronto». La Svizzera è un paese nel quale le condizioni per la ricerca e la formazione sono ottime, dunque «dobbiamo meritare questo privilegio, e impegnarci per far sì che il successo del nostro ateneo sia sostenibile nel lungo termine».

Costanza Naguib