I suoi protagonisti, dal ministro Calenda a Enrico Letta

Come spiegare l’energia nel 2017 ed in particolare, il concetto di “energia responsabile” nella sua accezione più intima ed importante, quella di futuro per le nuove generazioni? Anche quest’anno, a darsi appuntamento a Milano sono le tante voci della impreditorialita’ e non italiana, dal 7 giugno al 10 giugno presso l’unicredit Pavilion in piazza Gae Aulenti, eredità di quel progetto di Expo2015 che vedeva nelle “energie per Milano”, energie per il futuro.

Con un nutrito programma il festival intitolato “Dalla mobilita’ sostenibile a industry 4.0”, avrà tra i tanti protagonisti nomi come Enrico Letta ed il ministro Calenda. Un vero e proprio incontro per e con l’energia dove innovazione, sviluppoe e sostenibilità dialogheranno tra di loro su questioni squisitamente energetiche.

Imprese, istituzioni, ricerca e società civile offrono una vetrina di eccellenza anche per le nuove generazioni (da segnalare infatti la partnership con il Politecnico di Milano e SciencesPo) . Sottolinea Alessandro Beulcke, Presidente del Festival dell’Energia – “La manifestazione si conferma così come una piattaforma unica di confronto, come motore di idee capaci di entrare, in maniera diretta e non mediata, nelle agende dei decisori della politica, delle imprese, delle istituzioni e dei media”. Un evento aperto al pubblico con conferenze, leading talks e round tables. Completa il tutto una mostra fotografica sulla natura e l’elemento naturale come infrastruttura energetica per antonomasia. Energia come impegno progettuale: energia “responsabile” e le questioni energetiche condivise (come la sostenibilita’ per sempio) dove ad essere importante è il momento di confronto e dibattito tra i vari relatori.

Concludendo, la manifestazione, auspicando quasi la nascita di un grande Festival Europeo dell’energia con sede proprio a Milano, promuove una integrazione europea “energetica” vera, fatta di trattati , chissà e dove l’ambizione rimane quella di far crescere le nuove generazioni attraverso l’educazione costante di rispetto per il futuro. Per conservarlo, definirlo e chissà, tutelarlo meglio delle precedenti.

Cristina T. Chiochia