Il partito britannico dei Conservatori esce dalla votazione come il primo partito del Regno Unito ma non conserva la maggioranza assoluta. Il mandato “forte e stabile” in cui Theresa May aveva sperato per continuare i negoziati con Bruxelles non è arrivato e dovrà optare per un governo di coalizione.

L’immagine di politica forte e affidabile è andata sbiadendosi sullo sfondo di un Paese spaventato e scosso dagli attentati terroristici. Come se non bastasse, May stessa è apparsa timorosa e non convinta della sua stessa posizione, rifiutando diversi dibattiti televisivi. Maggiore sicurezza è arrivata dai laburisti e più in particolare dal non particolarmente apprezzato nel suo partito Jeremy Corbyn che ha saputo trasmettere tranquillità con discorsi che ruotavano attorno al rifiuto dell’austerity, incoraggiamento degli investimenti in settori fondamentali per il benessere sociale come l’educazione e la sanità e l’aumento delle tasse per i ricchissimi. Nemmeno lui tuttavia è riuscito a raggiungere risultati che gli avrebbero permesso di governare da solo.

May ha ammesso la sconfitta e si è scusata: “Puntavo a una maggioranza più ampia e il risultato non è stato ottenuto” ha dichiarato alla BBC e si è detta “dispiaciuta verso i candidati, i deputati uscenti e i sottosegretari non rieletti che non meritavano di perdere il seggio”. Non ha intenzione di dimettersi però e si è recata a Buckingham Palace per chiedere alla regina l’autorizzazione di formare un nuovo governo. Ha in seguito dichiarato: “Lo farò per attuare la Brexit e mantenere il Paese al sicuro. La Gran Bretagna ha bisogno di certezze”.