L’attore Paolo Villaggio aveva 84 anni. Una vita dedicata al cinema

“A morte l’aristocratico! brutto! cornuto!” così SuperFantozzi – giacobino gridava a Luc Meredenda, nell’indimenticabile pellicola del 1986

E poi ancora: “Non ho bisogno della mano della principessa, ho la mia b-b-b-ellissima moglie e la mia b-b-b-bellissima figlia” così Fantozzi rispondeva al re del fantomatico torneo medioevaleggiante indicando come preferenza Plinio Fernando, l’uomo mingherlino che, nel film, interpretava per l’appunto encomiabilmente la sua “piccina”.

Da tempo soffriva di diabete e di difficoltà respiratorie. “Ciao papà ora sei di nuovo libero di volare” ha scritto la figlia Elisabetta su Facebook. Il maestro del cinema italiano aveva ricevuto il Leon d’oro alla carriera nel 1992. proprio per l’interpretazione di personaggi drammatici nelle pellicole di Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmuller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli.

Indimenticabile l’interpretazione di personaggi comici quali il ragionier Fantozzi, e il professor Franz a Fracchia, ma soprattutto la suprema interpretazione della storia dell’Occidente in SuperFantozzi, regia di Neri Parenti, 1986.

Nella pellicola, l’attore supremamente comico, era riuscito a calarsi nei panni storici con suprema ilarità. da Adamo a Filippide,  a un cavaliere medioevale nella Britannia Arturiana, indi durante le crociate, a Robin Hood, sino alla Rivoluzione Francese, per poi giungere all’Unità d’Italia e oltrepassare le barriere temporali andando nel futuro.

Encomiabile nell’interpretazione dei fallimenti di un uomo perdente (che non demorde), Paolo Villaggio, attraverso la vita di tutti i giorni, è riuscito a regalare ilarità eterna.