Siccome in Ticino ad occhio e croce il 90% crede che sia buona cosa che un suo cittadino diventi CF, in questi giorni mi sono divertito un po’ a chiedere in giro perché ciò gioverebbe al Ticino. Il 90% risponde perché è ora; quando gli chiedi ora per far cosa la metà di questi non sa dire. Restano quindi gli altri che pensano di sapere perché, e allora insisti e gli chiedi di dire almeno una ragione per la quale un ticinese in CF sarebbe utile. Emerge un fatto importante: il bene del Ticino diventa in stragrande maggioranza una serie di desideri-speranze molto personali; quando gli fai notare che forse il CF ticinese non può trovarti un lavoro, non può da solo buttar fuori chi non ti piace, non può mandarti giù direttamente qualche appalto, non può nemmeno farti vincere al lotto, non può farti sapere le lingue che non conosci, non ti può far passare la classe senza studiare, non può tagliare le colonne d’auto, e nemmeno esentarti dalle imposte e dal militare, allora ben pochi rimangono convinti che quello che manca al Ticino sia un CF. Ci sono però anche quelli puri e duri che la sanno lunga in fatto di leggi, accordi, competenze di Berna e allora gli fai notare che quelle leggi che sfavoriscono il Ticino (quali?) difficilmente 1 ticinese contro 6 colleghi di Governo e contro 246 deputati potrà cambiarle a nostro favore, anche se siede in CF. Alla fine di questo sondaggio triviale emerge che in definitiva è difficile trovare elementi razionali e non emozionali per sostenere che saremo persi e spacciati se ad ottobre non ci fosse un ticinese in CF. Chi pensa che un CF ticinese, del resto come di altri Cantoni, possa oggi spostare binari, bucare montagne, costruire muri sul confine, impedire i transiti, mandare vagonate di soldi di sussidi al Ticino ecc…come forse era perfino possibile un secolo fa, ebbene pensa ancora di essere in quel secolo. Chi pensa che un CF dietro le quinte possa favorire il Ticino, non sa che a comandare a Berna sono i Direttori dei famosi Bundesamt für…i quali sono loro a imporre ai CF cosa fare e non il contrario. Ecco. Speriamo che il Ticino abbia il suo CF, ma per la statistica, il prestigio, la storia e non certo per farci fischiare penalty inesistenti, per regalarci goals fatti in off side, per dare cartellini di espulsioni e metterci in superiorità numerica. Del resto la Svizzera è gestita meglio degli altri Paesi perché ha un sistema che elegge Governi deboli. [Splendido. Paradossale Morisoli!] Per fortuna, è la nostra salvezza. I Governi forti sono tutti statalisti e liberticidi. Abbiamo un sistema che chi è in governo dovrebbe fare il governante, cioè eseguire gli ordini del padrone (il popolo). Attenti, i governanti forti presto o tardi menano il padrone per il naso. Meglio un governo mediocre di persone normali, che sanno di essere lì per eseguire (si chiama esecutivo per qualcosa) e non per imporci qualcosa, le loro idee forti e sballate. Sembra un paradosso, ma la lentezza del decidere, l’abitudinaria mediocrità dei profili in CF, il fiato del popolo sul collo di chi governa sono preziosità che ci mettono al riparo dalle ubriacature dei governi potenti, forti e brillanti. I governanti forti, tutti ,sono sempre riusciti a far diventare la casa del padrone la propria, e i propri capricci i desideri degli elettori.Se non si è statalisti incalliti, ovvero essere convinti che il bene dell’umanità discende dalla politica e dalle centralità onnipotente dello stato e che la salvezza del singolo dipenda dalle decisioni dei politici, di gran lunga si devono preferire, almeno in Svizzera, per gli esecutivi candidati deboli, ubbidienti, modesti, umili, rispettosi. Non si capisce perché il Ticino, e soprattutto gli altri, dovrebbero litigare fino ad ottobre per definire chi è il candidato, c’è, è ticinese ed è conforme al modello svizzero. Del resto, le star, gli artisti, i geni, i cervelli, i talenti della politica è meglio che lavorino fuori dai governi, per tenerli sotto controllo anzché dentro. Sono molto più utili fuori nei partiti, nei legislativi, nelle strade, nella società civile se sono attivi, e non seduti in salotti chic. L’episodio storico Ch. Blocher insegna molto.
Sergio Morisoli, presidente di Area Liberale