Pubblicato nel CdT e riproposto con il consenso dell’Autore
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Tra i pensieri di Tullio e Francesco c’è una notevole convergenza (non per niente sono amici da tanti anni).
Righinetti appoggia la decisione dell’Ufficio presidenziale ma lascia intendere che avrebbe visto con favore un ticket “Cassis-Vitta”. La stessa cosa che ho scritto io. Immaginarsi le urla (in queste faccende occorre avere nervi saldi).
Il rischio che si concretizzi una manovra volta a ribaltare la decisione dei vertici del partito in favore della candidata “gender” (detto senza offesa, pensando unicamente a chi dichiara: “Ci vuole una donna!”) non può essere escluso. Ma le avvisaglie (a nostro giudizio) ancora non si osservano. Tenteranno? Chissà. Certo che l’impareggiabile Levrat, con la sua goffa e plateale intrusione, ha fatto più male che bene…
Splendida e di grand’effetto la frase “L’auspicio strisciante in certi ambienti sinistri… […] è inaccettabile”. Ben detto, perbacco. Ma gli ambienti sinistri (duplice il significato della parola) dovranno fare qualcosa di più che auspicare.
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La decisione della direttiva del PLR è stata chiara: un solo candidato per evitare dispersione di voti e dare un segnale forte a Berna. Le reazioni pro e contro non si sono fatte attendere. Difficile dire quale sia la scelta giusta. Comunque le motivazioni per fare un solo nome sono più che comprensibili. I contrari si sono manifestati soprattutto fuori dal partito, ma non è mancata qualche voce interna, in particolare dalla parte radicale che voleva Laura Sadis e non lo ha nascosto. L’ex consigliera di Stato poi si è autopromossa auspicando un ticket composto da un uomo e una donna. E la seconda, inutile sottolinearlo, era evidentemente lei. Una mossa poco elegante. D’altra parte Sadis era stata in fondo sponsorizzata dai socialisti e dai verdi sia a livello cantonale che federale. Questo di sicuro le ha fatto più male che bene. Il consigliere di Stato Christian Vitta, che sta facendo molto bene in Governo e aveva dato la sua disponibilità, oggi è certamente un politico ben voluto dalla base ticinese, liberale e non. Alla fine appare evidente che è stato lasciato fuori perché non si è avuto il coraggio di scartare solo la donna. Ma si sa, il coraggio è virtù rara, e nel caso specifico era facile evitare la decisione proponendo uno solo nome. Un appunto mi sento di farlo al PLR, non per la scelta che condivido, ma per i tempi. Non era necessario giocare la carte con tanto anticipo dando tempo ai romandi di raffinare le strategie a loro favore. Ma soprattutto non era opportuno farlo perché da subito e fino al 20 settembre i giornali della Svizzera tedesca, ma anche della Romandia, avranno il tempo per sputare veleni quotidianamente contro Ignazio Cassis e contro il Ticino. Si poteva e si doveva evitare.
La decisione di puntare sul consigliere nazionale del Malcantone è, in ogni caso, la migliore che si potesse fare. Le qualità del capogruppo PLR al Nazionale sono riconosciute. La sua attività nel settore delle casse malati è legittima. Di certo verrà usata per cercare di impallinarlo, viene definito il lobbista delle casse malati. Ma quale parlamentare non è lobbista? Riconosciamolo per onestà: nessuno! Chi per la sua professione, chi per le sue passioni e hobby, chi per le sue convinzioni personali si comporta politicamente in maniera protettiva per quanto ha scelto di promuovere. Il fatto che venga retribuito si giustifica per l’attività che svolge e questo essendo anche medico di professione. Spero peraltro che il suo atteggiamento nei confronti dell’Europa sia in linea con la volontà della grande maggioranza della popolazione ticinese, e soprattutto che sappia negoziare meglio di quando stia facendo attualmente Berna, sia con Bruxelles sia con Roma. Ma, diciamolo, fare peggio sarebbe impresa ardua.
L’auspicio strisciante in certi ambienti sinistri, che il Comitato cantonale del 1. agosto cambi la decisione dell’Ufficio presidenziale e proponga un ticket (con Laura Sadis in particolare), è inaccettabile detto da parte di chi vorrebbe un ticinese in Consiglio federale. Una simile decisione oltre che confermare la litigiosità ticinese dando fiato alle rivendicazioni romande, sarebbe un atto di grave offesa al vertice del partito che, non solo ne uscirebbe indebolito, ma addirittura delegittimato.
Cassis ha un’esperienza importante a Palazzo federale dove è conosciuto e apprezzato. Puntando su di lui il PLR ha fatto una scelta pragmatica, la sola che possa dare finalmente al nostro Cantone, dopo tanti anni, un posto nell’Esecutivo della Confederazione.
Tullio Righinetti