Il governo vieta le manifestazioni contro le elezioni dell’Assemblea Costituente, da aprile hanno causato 106 morti

In Venezuela la nascente Assemblea Costituente, non è affatto ben vista. L’opposizione scatena proteste sin da aprile, contro di esse il presidente Maduro ha scelto il pugno di ferro: il ministro degli interni Nestor Reverol ha annunciato che da domani saranno proibite tutti gli scioperi. Chi trasgredirà rischierà sino a 10 anni di carcere.

Nel frattempo a Caracas, barricate e blocchi stradali intasano le vie mostrando la coalizzazione dei contestatori, facendo temere che si degeneri verso la guerra civile.

Molti gli arrestati, compreso il violinista simbolo delle proteste, Wuilly Arteaga, 23 anni, che marcia suonando l’inno nazionale venezuelano. Gli hanno rotto il violino, e la cantante Shakira gliene ha regalato uno nuovo. Poi gli hanno sparato in faccia un proiettile di gomma, infine lo hanno arrestato.

Gli oppositori, appartenente al cosiddetto MUD, hanno fatto sapere che le proteste continueranno. Il sistema scelto per votare l’assemble costituente è stato infatti giudicato incostituzionale, anche dal procuratore generale dello stato, Luisab Ortega Diaz.

Perché non piace l’assemblea costituente: 1) sia una città che un piccolo comune eleggono al massimo un rappresentante. 2) il presidente può convocare una nuova costituente e non gli elettori.

Non solo proteste. anche USA e Europa minacciano sanzioni a Maduro, anche se il presidente ha scelto comunque l’intransigenza, nonostante il paese sia sempre più isolato, scansato dalle compagnie aeree, e il PIl continui a retrocedere (dal 2016 è calato del 13,5%).

Che la situazione del Venezuela fosse tragicamente instabile lo si capiva già dalle proteste di primavera Oggi, sull’orlo della guerra civile, il Venezuela conta altri due morti, in un conteggio complessivo di 7 vittime in 48 ore, e, dall’inizio delle proteste, ad aprile appunto, un totale di 106 morti.