Un modo per apprezzare la cultura italiana del bel canto. Al Festival Puccini 2017 torna questa sera (con replica il 10 e 19 Agosto) la Tosca del Maestro Giacomo Puccini che verrà riallestita con la regia di un nome italiano altamente “cinematografico” quello del regista Enrico Vanzina. Una delle opere sicuramente più “teatrali” del maestro.Una storia, quella della Tosca, che nasce dal dramma storico del celebre Sardou e che venne rappresentato a Parigi dalla splendida Sarah Bernhardt nel 1887 e che lo stesso Giacomo Puccini vide nell’allestimento del 1892 a Milano sempre recitato dall’attrice.
La storia, che sviluppa sulla tragica esistenza di Floria Tosca e del suo amore per Cavaradossi , attraverso la musica sublime che si mescola a delle struggenti ambientazioni d’amore dal sapore appunto, da grande schermo pare quindi perfetta per risultare, forse, la sua opera più universale. La Tosca che ritorna oggi al festival pucciniano, è inoltre quella per la regia di Enrico Vanzina, un regista cinematografico italiano molto noto, figlio del celebre “regista di Toto'”, Steno. Enrico Vanzina , al debutto come regista lirico lo scorso anno, sempre al Festival Puccini da una interessante chiave di lettura della scelta di inserire la sua Tosca anche quest’anno, egli infatti dichiarò che: “la musica ha sempre fatto parte della mia vita e ci sono tanti destini che mi portano qui”. Ed è infatti questa idea della musica del grande maestro Puccini ad emergere nello spirito del festival a lui dedicato quest’anno. Quella di rendere “vivi” ed attuali i suoi personaggi proprio perchè fanno parte della vita di tutti ed a cui tutti, prima o poi, presteranno ascolto. Non stravolgere quindi la Tosca di Puccini, esattamente come ha fatto la regia del regista cinematografico Vanzina, ma anzi, permettere alla lirica di essere quel “troppo” italiano che, spesso, non ha audience. La lirica di Puccini troppo italiana e troppo colta? Assolutamente no. Ed è questo il bel messaggio del Festival Pucciniano di Torre del Lago in Toscana. Rendere universale il messaggio della lirica, attualizzandolo sempre più, anche a rischio di essere quel “troppo” (e ne è stato un esempio proprio quello che successe lo scorso anno durante la prima della Tosca di Vanzina, quando il direttore dell’orchestra lascio’ il podio in memoria dei fatti che avvennero, terribili della stage francese di Nizza).
Questa sera, torna quindi sul palcoscenico anche quest’anno è una Tosca vittima di un destino crudele ma come tante persone nel mondo e seppur tradizionalissima, tanto appassionata da risultare vera, come lo può essere solo la vita. E cosi, dopo la Turandot del maestro del piccolo schermo e della cronaca rosa italiana, Alfonso Signorini, è la volta del “remake” della Tosca di Puccini per la regia di Vanzina a determinare quanto il processo di rendere attuale la lirica in questo festival, legandola sempre più al contemporaneo ed ai fatti che accadono nel mondo, oggi, quotidianamente, quindi di fatto, rendendola sempre più internazionale. Anche qui però, facendo molta attenzione alla tradizione teatrale , in modo particolare, italiana. Con l’idea quindi che il teatro sia lo spettacolo più puro a cui fare sempre riferimento; che si tratti di regia cinematografica o da piccolo schermo. Un approccio, quello della scelta di campo quindi quella di riallestire la TOSCA (di Enrico Vanzina)? Chissà. Ma di sicuro è da approvare nella scelta degli interpreti: il soprano Hui He, il tenore Dario Di Vietri ed il baritono Alberto Gazale. Perchè la musica lirica di Giacomo Puccini, in fondo, è stata sempre questo: bel canto ed attualità, ma con un linguaggio universale da condividere (e in lingua italiana).
Cristina T. Chiochia