Concorso Internazionale FREIHEIT, di Jan Speckenbach

Una donna in fuga dalla sua vita di prima. Moglie, mamma di due figli, marito avvocato, borghese. Lei si « ubriaca » della sua libertà tenendo nascosta la sua identità e lavorando come donna delle pulizie in un albergo di lusso. Si immerge in questa « nuova libertà » assorbendo atmosfere antiche al museo. Poi con un’avventura erotica con un maschietto incontrato per caso al supermercato. E con un’amicizia data ad una bella ragazza, che lavora in un locale nel quale fa sesso esplicito ma molto coreografato, con i clienti. E con la famiglia di questa strip-tiseuse, il compagno pasticciere e i due figli. Avvenimenti « banali » di ordinario quotidiano. Ma non per lei che assapora una libertà di…. Il marito avvocato ha una sua amante. La sua vita, in questo momento vissuta quale difensore di un giovane xenofobo che ha picchiato un negro e l’ha ridotto  in coma, è segnata dalle preoccupazione di essere padre di una ragazza adolescente (la paura del papà è che rimanga incinta) e un bambino che ha difficoltà a scuola. Anche qui, vissuto banale e scontato, compresa l’amica della moglie, sua amante…. Storie già viste e vissute e lette. Poi, la collega di lui, pure lei avvocato che vediamo nel suo vissuto borghese, in famiglia. Ma con tanta voglia di altro. E alla fine, anche lei deciderà per una libertà estrema. Quella di uccidersi. Libertà da…. Ottima colonna sonora, con musiche che scandiscono momenti di vita e la accompagnano con attimi di spensieratezza. Il quotidiano. Molta sofferenza, poca felicità. E, ho fatto notare alla conferenza stampa, questi caratteri borghesi, di famiglie per bene e affettuosamente legate ai figli, sorprendentemente, nelle loro avventure extra-coniugali, non usavano il preservativo. L’attore, mi ha detto subito che lui detesta i preservativi… Ma il suo personaggio non li avrebbe detestati. Per la ragazza che fa sesso esplicito, pare che il sesso orale e la penetrazione li faccia con dei membri di gomma. Ma, il regista, molto bravo, li fa apparire come fossero  veri…

Concorso internazionale

TA PEAU SI LISSE, di Denis Côté

Fisicità, muscoli scatenati, pelle levigata con strisce di cuoio strofinate energicamente, definizione di una corporatura che deve raggiungere un ideale di proporzioni, di compattezza, di una bellezza su canoni estetici che travalicano ed esaltano ciò che il corpo umano può divenire. Sono sei « body-builders » dell’area di Montréal che sono documentati dal regista nei loro sforzi quotidiani in palestra per ottenere ciò che per loro è la perfezione del corpo. Muscoli gonfi e tesi in tutto il  corpo. Ed è una monotonia di sollevamento pesi, di macchinari ergonomici cavalcati con determinazione e sofferenza. Si, si soffre anche fisicamente per avere corpi così. Li vediamo sottoporsi al massaggiatore che cerca di « intenerire » muscoli rigidissimi e tendini tesissimi. E i loro volti sono smorfie di dolore. Alcuni di loro hanno mogli che li incitano e li sostengono. Li osservano critiche nelle loro pose da competizione e li incitano a migliorare la posizione del braccio, del corpo, delle cosce, del ventre, della schiena, delle spalle … per ottenere il massimo effetto visivo per i loro enormi lavori sulla musculatura. Un quotidiano dedicato anima e corpo per diventare numeri uno nelle competizioni. Un pò di tristezza in quelli che, per i loro impegni quotidiani e le loro assenze per le gare, vedono solo di sfuggita i loro figli. Troppo impegno. Una carrellata di muscoli che nemmeno in macellerie fornitissime ci è dato osservare. Centimetro per centimetro si esplorano pettorali, tricipiti, bicipiti, tutta la muscolatura del corpo umano. Un film   che attraversa un mondo, quello dei body-builders professionisti che, a volte fa sorridere, a volte proprio ridere, a volte suscita incredulità. E molti, alla fine del film, muoveranno le braccia   fingendo di mostrare muscolature che, per noi umani, impiegatucci e sedentari, non guizzeranno mai… Ma, visto l’impegno che bisogna metterci per ottenerli, necessita veramente essere innamorati di se stessi, del proprio corpo, della voglia di oltrepassare e controllare un corpo che può trasformarsi in qualcosa di simile ad acciaio, ma con la pelle liscia, un cuoio elaborato, abbronzato con coloranti, perfetto. Due peeling al giorno, su tutta la pelle del corpo. Insomma,   una missione!

Concorso cineasti del presente

Verão danado / Estate dannata di Pedro Cabeleira

Pomeriggi pigri, droga, cuori spezzati, atmosfere psichedeliche immerse nella musica. Poi una scarica di adrenalina. Lisbona che fa da sfondo a una gioventù alla deriva. Piani lunghissimi, luci psichedeliche che disturbano gli occhi, partita di calcio interminabilmente banale. Accadimenti sui quali il regista, per tutta la durata del film, si sofferma, anzi si « incanta ». Troppo a lungo e

ãrendendo il ritmo del film decisamente noioso e senza stimoli. Spinelli, qualche linea di coca, cene tra amici, carrellata su una gioventù che pare ãnon abbia nulla da dire. Movimento lento anche con l’adrenalina…

Desio Rivera