Irrfan Khan e Golshifteh Farahani nel deserto indiano

Nooran è una ragazza determinata, che reca in se stessa l’abilità magico-medica di curare, cantando, il terribile veleno dello Scorpione.

Il regista Anup Sing tesse le corde del suo spettacolo con una melodia dolce e sinuosa, che parla di principesse, nuvole, tempeste, e si ripete nelle scene più salienti, intrecciandole ad una ad una come un telaio indiano.

Quando Nooran viene stuprata da un mandante dell’uomo che la vuole sposare (Khan), presa in inganno con la stessa scusa del morso dello scorpione, perde se stessa. E la si vede chiamare il proprio nome nel deserto, ripeterlo alle dune della sabbia, in cerca della sua identità perduta.

Rimasta sola e nella casa del suo stesso nemico, attua una vendetta intensa e sinuosa: il leitmotiv dello Scorpione diviene così cagion d’inizio e di fine, salvezza e morte.

Dicotomia nella quale si delinea il mistero della vita, il terrore della violenza, la morte come vendetta e libertà.

CAST – Irrfan Khan e Golshifteh Farahani