Gli Stati Uniti di Obama erano al corrente che Giulio Regeni fosse stato rapito, torturato e ucciso in quanto creduto una spia, dai servizi segreti egiziani.

Gli USA passarono informazioni all’allora governo Renzi, come rivela oggi, 16 agosto 2017, il New York Times, ma il premier optò per il silenzio. Oggi Palazzo Chigi non smentisce, anzi conferma, specificando però che non si passarono informazioni relative a “prove esplosive”, ma “semplici informazioni” relative all’orribile omicidio del giornalista italiano.

Quello che gli americani sicuramente sapevano, non era chi avesse dato l’ordine di rapire e torturare il giovane, ma che la leadership egiziana fosse assai consapevole delle circostanze in cui era avvenuta la morte di Regeni. “Non avevamo dubbi che questa faccenda fosse conosciuta ai massimi livelli internazionali” spiega una fonte del governo Obama.

“Sempre più lutto!” scrive la mamma di Regeni su facebook. La famiglia si dice indignata per le modalità, le decisioni  blande e la tempistica con le quali le indagini vengono condotte.

Fa discutere, infine, la decisione per cui il ministro Angelino Alfano ha deciso di far tornare al Cairo l’ambasciatore Cantini.

“Solo quando ci verranno consegnati vivi i torturatori di nostro figlio, solo quando avremo la verità sulla morte di Giulio” hanno dichiarato i genitori “solo allora l’ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità.”

CF fonte @ANSA