Guai per la Lega Nord che si è vista bloccare tutti i beni e numerosi conti correnti dalla Procura di Genova. È probabile che per il partito la situazione peggiorerà ulteriormente in quanto il Tribunale di Genova ha accolto l’istanza di sequestro della procura che chiedeva un sequestro preventivo di quasi 49 milioni di euro. La cifra è stata calcolata in base al finanziamento pubblico dei partiti e l’accusa è quella di truffa allo Stato italiano, secondo la procura infatti i fondi sono stati ottenuti illegalmente durante la gestione.
Si tratta del primo effetto della sentenza che il 10 luglio ha condannato Umberto Bossi, il figlio Renzo e l’ex tesoriere Francesco Belsito. La tesi della procura è che Bossi abbia sostenuto i costi della sua famiglia con i soldi del partito e che sia stato in questo agevolato dal tesoriere. Per la Lega si tratta di un colpo pesante alle sue finanze già precarie: il 2016 era stato chiuso con un deficit di 1 milione di euro e ora rischia la bancarotta.
Matteo Salvini non ha risparmiato commenti indignati: “per la prima volta nella storia della Repubblica, i giudici stanno bloccando l’attività di un partito politico. Vogliono farci fuori. È un attacco alla democrazia”. Ha inoltre aggiunto: “Il vecchio sistema sta usando un pezzo di magistratura per provare a bloccare la nostra (e vostra) avanzata, per minacciare e spaventare la Lega. Neanche in Unione Sovietica…”.
Anche il legale del partito Filippo Marcenaro è intervenuto dichiarando: “Non abbiamo in mano nessun provvedimento, nessun atto giudiziario. Ci hanno informato i vari direttori di banca che oggi ci hanno chiamato per dirci che venivano chiusi i conti correnti. È strano che abbiano chiesto e preso i soldi alle varie diramazioni locali della Lega e non alla Lega Federale che, secondo la tesi della procura, sarebbe il fruitore dei rimborsi elettorali. I magistrati dovevano casomai andarli a prendere lì e non dai conti locali. Adesso vedremo come agire e se fare ricorso al Riesame”.