Grande vittoria degli iniziativisti che sono riusciti a imporre il tema in votazione popolare. A mio parere si é trattata di un’iniziativa strana, nel senso che in ballo non era tanto il contenuto del testo che alla fine era già stato accettato dal parlamento. Personalmente ero nell’imbarazzo su cosa votare, anche perché mi l’iniziativa mi sembrava un accanimento frontale muscolare verso il “corpo dei docenti” (quasi a volerlo umiliare) e verso la “scuola ticinese attuale”. Uno dei promotori dell’iniziativa, il mio amico Francesco De Maria, lascia intendere che la vittoria é soprattutto simbolica e rappresenta una prova generale verso la madre di tutte le battaglie, quella contro la cosiddetta “Scuola che verrà”. Quest’ultimo progetto mira a una vera rivoluzione pedagogica dell’insegnamento nel Canton Ticino, che non ispira la fiducia di molti insegnanti (forse della maggioranza?). Personalmente sono molto scettico verso il disegno “Scuola che verrà” e come me lo sono moltissimi docenti. Un’opposizione a questo progetto (formulato esplicitamente) avrebbe il sostegno di una parte consistente del mondo della scuola ticinese. I docenti non sono “una casta”, “non votano tutti a sinistra”, é un insieme di donne e uomini che hanno nella stragrande maggioranza a cuore il futuro dei giovani, pur avendo sensibilità politiche diverse.
Francesco Russo, Parigi