(com.) Ho preso atto del servizio diffuso in data 28 settembre 2017 dalla trasmissione televisiva Falò relativo al noto caso ARGO 1. Fino ad oggi ho ritenuto di non esprimermi circa quanto riportato, spesso in modo errato, dai media.
Mi vedo ora costretto a tutelare la mia persona esprimendo il mio disappunto per il servizio, basato in parte su dichiarazioni false e faziose, atte a definirmi a torto sostanzialmente privo dell’adeguata esperienza , violento, già oggetto di procedimenti penali, usuraio, nonché corruttore. Ritengo lo stesso tendenzioso, volto ad indirizzare la pubblica opinione ad un giudizio di condanna nei miei confronti, in palese violazione del principio della presunzione d’innocenza.
Agirò sia civilmente che penalmente nei confronti della RSI per la crassa lesione della mia persona.
Desidero altresì manifestare la mia contrarietà nell’aver nuovamente appreso come fatti e documenti emersi nell’ambito del procedimento penale a mio carico vengano riportati ripetutamente dai media. Ho già provveduto a sporgere denuncia alle competen ti autorità giudiziarie per le evidenti violazioni del segreto d’inchiesta.
Non intendo per il resto entrare nel merito del contenuto del servizio , segnatamente delle accuse false e neppure oggetto del procedimento penale a mio carico. Risponderò, per quanto eventualmente ancora necessario, unicamente alle autor ità inquirenti.
Lugano, 29 settembre 2017
Marco Sansonetti
Con questo comunicato il Sansonetti mira unicamente, com’è comprensibile, a tutelare se stesso. Le domande più “pesanti”, a nostro modo di vedere, sono altre. Neppure l’approfondita inchiesta di Falò è riuscita a spiegare le ragioni profonde di una procedura così anomala e così irregolare. C’è ancora qualcosa che sfugge.