2 novembre 1755 nasce Maria Antonietta d’Asburgo Lorena, arciduchessa di Vienna, Regina di Francia. Dalla bambina che giocò con Mozart, alla splendida Delfina di Francia, dalla Regina odiata e temuta alla condannata processata e ghigliottinata.

Come dice Tolstoj non si può attribuire ad un solo personaggio la tragica concatenazione di eventi che determinano un cambiamento epocale. Vittima di quella Storia che corre sulle ali del destino e che divide vinti da vincitori, vittima del degenere odio giacobino, divenne emblematico simbolo del capro espiatorio della Rivoluzione. Dallo sfarzo della corte di Versailles allo squallore della prigione della torre del Tempio, dalla speranza compulsiva di generare un erede maschio alla morte di stenti dell’ultimo delfino di Francia, per mano di un macellaio giacobino.

Maria Antonietta rimane quel personaggio immortale nella storia come nella letteratura, nel quale si compendiano speranza e delusione nella politica matrimoniale europea; reverenza e timore nella Francia del secolo XVIII, processo sommario ed ineluttabile condanna nel Terrore di Robespierre; riabilitazione e deificazione, assieme a Luigi XVI nella Francia napoleonica e poi in quella borbonica (composta da coloro che pur non mossero un dito per salvare, a suo tempo, i sovrani dalla ghigliottina) che tanto faticarono a nascondere gli orrori della Rivoluzione e, come in ogni personaggio dell’eternità della Storia, sogni ed illusioni, obbedienza e ribellione, vita e morte.

Scrisse Stefan Zweig: “Il destino l’ha posta simboloca Regina di questi secolo, poiché con esso viva la sua vita e muoia la sua morte”. Nonostante la storiografia politicamente avversa, più che un personaggio, Maria Antonietta resta ancora una vivida ed umanissima persona. Sposa tredicenne, madre di principi che non saranno mai re, condanna dalla Rivoluzione e, ancor prima, dal destino.

Eppure da sempre compendio di fascino, bellezza e regalità.
Bonne anniversaire, reine de France!

Chantal Fantuzzi