Il principe saudita Alwaleed bin Talal, ai veritci della classifica Forbes degli uomini più ricchi del mondo, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta anti corruzione fortemente voluta dal re Salman. In tutto sono circa una decina gli arresti di alto livello verificatesi ieri in Arabia Saudita ma quello di Talal è senz’altro uno dei più clamorosi.

Soprannominato il principe del tech, aveva investito somme enormi nei prodotti sviluppati nella Silicon Valley e non solo: da Apple a Lift e Snap il 60enne ha investito soltanto nel 2011 circa 350 milioni di dollari. Non solo tecnologie ma anche il settore alberghiero è di grande interesse per l’investitore, specialmente catene come Movenpick, Four Season, Fairmont. È inoltre proprietario del gruppo satellitare Rotana, emittente che porta prodotti cinematografici occidentali, turchi e indiani in tutto il mondo arabo.

Bin Talal tuttavia fa parlare di sé non soltanto per i guai giudiziari: nipote del defunto re Abdallah, passa le vacanze su un vistoso yacht di 80 metri e mette il naso nella politica, più in particolare è stato tra i primi sostenitori della cancellazione del divieto di guida alle donne in Arabia Saudita nonché fiero oppositore del potente clero wahhabita per quanto riguarda la forza lavoro femminile nella sua azienda. Bin Talal ha infatti assunto numerose donne nel corso della sua carriera, una rarità nel mondo arabo.

Per ora l’inchiesta ha portato all’arresto di 11 principi e 38 tra ex ministri e uomini d’affari, che attualmente sono detenuti in lussuosi alberghi a cinque stelle di Riad.