Pensiero del giorno, assegnato a LORENZO QUADRI
(tratto da una notevole intervista concessa a LiberaTV)
“L’iniziativa NO BILLAG non ha nessuna possibilità di essere approvata a livello federale. Questo è un fatto evidente a tutti. Bisogna dirlo a chiare lettere: la RSI non chiuderà! Sostenere il contrario è soltanto un ricatto per mettere a tacere chi non è d’accordo con i rappresentanti del “pensiero unico”. Quello che si vuole ottenere attraverso l’iniziativa è un semplice ridimensionamento dell’azienda. Si vuole riportare la radiotelevisione pubblica nel perimetro del servizio pubblico. Ricordo, solo per fare un esempio, che di recente la SSR ha addirittura proposto una trasmissione sulla pornografia. Questo è servizio pubblico? Io non credo proprio. Il problema è che, grazie al canone, la televisione di stato continua a gonfiarsi come una rana. L’iniziativa serve a invertire questa tendenza. Vogliamo dare un chiaro segnale che non siamo più disponibili ad andare avanti così. La dimostrazione di quanto affermo sta nel fatto che se non ci fosse stata la No Billag, il Consiglio Federale non avrebbe mai deciso l’abbassamento del canone, con una mossa elettorale voluta dalla signora Leuthard. Ma l’abbassamento non è definitivo: se l’iniziativa dovesse essere asfaltata nelle urne, verosimilmente sarà aumentato di nuovo”.
Lorenzo Quadri
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Visto che siamo in tema, ne approfitto per metterci anche la mia personale opinione.
La radiotelevisione di Stato e di monopolio (di questo si tratta, inutile cincischiare sulle parole) è lo strumento con il quale il centro-sinistra che governa il Paese controlla l’informazione e la impone al popolo.
Il governo della Svizzera ai miei occhi non si riduce ai Sette, ma comprende il parlamento federale, con le due camere e le relative maggioranze politiche.
Nota. Tra un’ora a Bellinzona Abate, Lombardi, Branda e Anna Giacometti (sindaco di Bregaglia) spiegheranno ai giornalisti (tutti già convinti in partenza) quale immensa sciagura sarebbe per il Paese la vittoria dei “No Billag”.
I nostri arrivano a scrivere “No Billag No Svizzera”, senza vergognarsi troppo per l’eccesso stratosferico e pacchiano. Come dicevano i saggi antichi: “Melius abundare quam deficere”.