Harare, capitale dello Zimbawe. Si odono tre esplosioni, esplode la notizia che si tratti d’un colpo di stato: il presidente Mugabe, catturato, “starebbe bene” secondo le informazioni, ma sarebbe agli arresti domiciliari assieme a tre dei suoi ministri.

Sei militari e il Zanu-pf, il partito egemone al potere, smentiscono tuttavia che si tratti di un cambiamento di vertici “si tratta soltanto” dicono “di una transizione del potere.” Esultano, in realtà. “inizia una nuova era” twittano poi “Emerson Mnangagwa sarà il nuovo presidente dello Zimbawe. Poiché Né lo Zimbawe, né lo Zanu sono di Mugabe e di sua moglie Grace.”

E mentre Mugabe sarebbe stato arrestato, Grace sarebbe fuggita in Namibia.

Mnangagwa l’esiliato, Chiwenga il traditore, Grace l’ambiziosa

Mnangagwa, dal canto suo, era stato esiliato dall’ultra novantenne Mugabe, ed era fuggito all’estero, dopo ben 50 anni passati al fianco del presidente in carica, con l’accusa di cospirare con l’ausilio di stregoni. Il capo delle forze armate Chiwenga aveva cercato di far firmare a Mugabe un documento che fermasse l’esilio del suo nemico, Mnangagwa, ma Mugabe aveva rifiutato, vedendo  in Chiwenga un traditore. La Lega giovanile del partito, nel frattempo, voleva trasferire il potere di Mugabe alla sua giovane moglie Grace, mentre l’esercito sosteneva Mnangagwa.

Mnangagwa gode del sostegno dell’esercito, Grace della “Generation 40”, lista sua sostenitrice che ha stilato una vera e propria “proscrizione” nei confronti di Mnangagwa; Mugabe cade sempre più solo.

Il presidente del confinante Sud Africa, Zuma, in seguito al colpo di stato ha espresso “grande preoccupazione” per gli avvenimenti, mentre anche l’UE tramite una sua portavoce ha fatto sapere la propria preoccupazione che siano rispettati i diritti umani.

CF