La prima domanda che mi sono posto è la seguente: “Quanti voti potrà catturare questo lungo testo, salutato con plauso frenetico dai sostenitori?” Lascio la risposta al lettore.

La frase più straordinaria e rivelatrice l’ho messa nel titolo. A parte l’esagerazione sesquipedale “l’essenza stessa della Svizzera” (lo sapete vero che “No Billag No Svizzera”? come se la vita stessa del nostro amato Paese dipendesse dall’informazione di Stato manipolata dal potere politico; si può essere più bietole di così?), bisogna essere ben obnubilati per non comprendere il motivo per cui la Destra (non certo la destra degli affari, quella che svende ogni giorno la nostra indipendenza, la nostra identità e le nostre tradizioni, quella che venderebbe la propria madre in un vicolo buio per 5 dollari) l’ha giurata alla RadioTV di monopolio, dopo averne subito tutti i danni possibili e immaginabili, durante decenni (in ogni caso a partire dagli anni Settanta)?

A la guerre comme à la guerre. Ne hanno fatte troppe. Si sono resi (come dice Pontiggia) antipatici.

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dalla pagina “Amici della Radiotelevisione svizzera e del servizio pubblico”

ANDREA RIBERTI Mi scuso per il lungo post ma c’è una cosa che mi incuriosisce molto e non vorrei essere frainteso, voglio davvero capire. Lo scrivo qui così, chissà, qualche avversario del Servizio Pubblico potrà spiegarsi meglio. La mia opinione personale è che questa Iniziativa sia profondamente antiSvizzera. Infatti, l’impossibilità di poter sovvenzionare qualsiasi tipo di media da parte della Confederazione porterà inevitabilmente alla sparizione del Servizio Pubblico che sarà trasformato in una qualsiasi TV commerciale. Immagino che grossi gruppi di interesse, sicuramente anche stranieri, stiano attendendo famelici l’assalto al mercato dei media del nostro Paese. Per quanto io possa capire delle regole del mercato a me sembra evidente che se l’informazione sarà gestita secondo la logica del profitto (coerentemente con gli interessi degli investitori, non c’è nulla da eccepire) la nostra Democrazia sarà pesantemente messa in pericolo. Io credo che la nostra indipendenza sarà molto più fragilizzata dall’imbrigliamento dell’informazione assoggettata agli interessi del mercato che non dalla nostra vicinanza all’Europa. Ora, ecco il mio quesito che vuole essere necessità di capire. Mi chiedo come mai questo, a mio avviso, attacco all’essenza stessa della Svizzera giunga proprio dall’area ideologica che trova nel patriottismo e nell’amore incondizionato per il Paese la sua essenza esistenziale. E’ un vero controsenso. Chi ama davvero la Svizzera non può volerla smantellare dal suo interno. A me sembra che al di là di un’impostazione liberista propria a quell’area ideologica e quindi coerente con la richiesta di deregolamentare il più possibile il mercato, vi sia anche una critica di fondo al Servizio Pubblico ritenuto, secondo me a torto, mezzo per propaganda di regime con l’aggravante di essere di “sinistra”. Il che é già di per sè curioso viste le maggioranze politiche in seno al Governo. Non capisco come si possa pensare che il nostro Paese sia come Cuba, la Cina, la Corea del Nord o come una ex-DDR qualsiasi dove l’informazione di regime è (ed era) realtà. Siamo in Svizzera, cazzarola, ed io in generale mi fido del mio Paese e voglio continuare a vivere in un luogo dove accanto al mercato, lo Stato possa fungere da garante di eguaglianza ed equità per tutti i cittadini. D’altronde le imprese dello Stato – Poste e Ferrovie – fino a che non sono state gestite secondo le logiche del mercato liberista (e non liberale) sono state la carta da visita della Confederazione e sinonimo di efficenza ed eccellenza: non mi sembra che la loro liberalizzazione abbia giovato, anzi. Certo, equità ed eguaglianza sono concetti universali e di sicuro non applicati come si dovrebbe. Ma sono preferibili all’invasione di media spazzatura, probabilmente ad immagine di quelli che ci sono appena oltre frontiera, infarciti di pubblicità asfissianti e informazioni manipolate a seconda degli interessi del berlusconi di turno. E sicuramente assai più cari del modello svizzero, perfettibile, siamo d’accordo, perché secondo me dovrebbe fare parte delle tasse e quindi tenere conto del reddito. Sarebbe questo un Paese migliore? Sarebbe questo il modo di amare la Svizzera? Sarebbe un miglioramento della nostra Democrazia? Non, so, fatemi capire.

Andrea Riberti