A quattro mesi dalle ultime votazioni politiche la Grande Coalizione sembra che si farà. Il documento siglato il 13 gennaio scorso a seguito dei negoziati tra i partiti CDU, SPD e CSU, è stato oggetto di una mozione approvata ieri con una stretta maggioranza dal congresso del partito socialdemocratico tedesco per la ripresa delle trattative.
Il leader della SPD, Martin Schulz, può ora continuare a sperare in una terza coalizione con i partiti democristiani. La mozione approvata ieri ha generato nel partito un dubbio: co-governare logora la SPD o è l’unica chance per farla tornare ad essere visibile? La richiesta di co-governare sostenuta da Schulz è stata votata da 362 delegati su un totale di 642.
Il presidente federale Frank-Walter Steinmeier (socialdemocratico eletto presidente della Repubblica federale tedesca il 19 marzo 2017) aveva ammonito nei giorni precedenti i rappresentanti dei tre partiti ricordando loro le responsabilità che hanno non solo per il futuro politico personale ma soprattutto per il futuro dell’Europa e della politica internazionale.
Infatti è importante per la Germania rispondere alla sfida lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha proposto sul piano delle riforme europee di dedicare fondi di bilancio per la stabilizzazione dell’eurozona per cercare di far convergere socialmente sempre di più i Paesi della moneta unica. Trasformare dunque il Fondo salva-Stati in Fondo monetario europeo sottoponendolo a controlli parlamentari e a leggi europee.
Del resto la Große Koalition, chiamata anche GroKo, è l’ultima possibilità per la 63enne Cancelliera Angela Merkel originaria di Amburgo-Barmbek: la CDU infatti non conferisce più al suo presidente il mandato illimitato su cui è stata in grado di fare affidamento ciecamente negli ultimi anni.
La consultazione della base socialdemocratica ha scongiurato il pericolo di una paralisi politica generale, ma Schulz ha perso metà del partito. Gli interventi contro la partecipazione della SPD al governo si basavano sui problemi di politica sociale della Germania rimasti irrisolti e che avrebbero fatto diminuire il consenso elettorale. Molti delegati sono convinti che l’astensione del partito al governo consentirebbe una ripresa del consenso politico.
Durante l’intervista televisiva condotta sul canale ARD dalla giornalista Anne Will, è stato fatto notare lo scarso entusiasmo e la mancanza di applausi dopo l’annuncio a favore della mozione. Schulz ha provato a far passare la domenica di ieri come giornata storica chiarendo in quale situazione si trova SPD, ma ha ammesso che l’uomo di punta del partito liberale democratico (FDP), Christian Lindner, lo ha costretto a fare ciò che la socialdemocrazia non voleva fare. Ovvero co-governare.
Ma soprattutto sul tema del ricongiungimento famigliare, sia Anne Will che la giornalista di Der Spiegel Christiane Hoffmann, presente alla trasmissione, hanno sospettato la collusione con la leader della CDU Angela Merkel.
Alla domanda: chi ha procurato il nuovo GroKo? Schulz è apparso visibilmente seccato affermando con impazienza che in una questione così umanitaria la formazione della coalizione nel più grande paese dell’Unione europea non sarà un fallimento. Tuttavia è chiaro anche a lui che dovrà negoziare alcuni termini dell’accordo e che non sarà in grado di far rispettare tutto ciò che la SPD vuole.
Mentre il presidente francese disegna visioni per l’Europa, gli Stati Uniti si allontanano dall’Europa, la Cina lotta per la supremazia economica, la Germania sta girando attorno a sé stessa per la formazione del suo governo. Il mondo non l’aspetta più.
A questo punto torna di scena la cancelleria Angela Merkel che dovrà trovare nuovi motivi di convergenza mediando tra i socialdemocratici e i rigidi democristiani per la formazione del nuovo governo.