La foto che pubblichiamo ha un valore storico. Essa venne scattata al Muro del Pianto di Gerusalemme 30 anni fa, all’inizio di gennaio del 1988, ossia proprio un mesetto dopo lo scoppio della prima “intifada” (detta anche guerra dei sassi) , la rivolta palestinese di massa contro il dominio israeliano che si protrasse poi per circa 6 anni. Come si legge su Wikipedia, l’azione palestinese “si espresse in un gran numero di forme, inclusi la disobbedienza civile, gli scioperi generali, il boicottaggio di prodotti israeliani, i graffiti e le barricate, ma furono i lanci di pietre da parte dei giovani contro le Forze di Difesa Israeliane che portarono all’intifada notorietà internazionale .Durante il corso della prima intifada un numero stimato di 1100 Palestinesi fu ucciso da soldati israeliani e coloni. I Palestinesi uccisero 160 Israeliani e altri 1000 Palestinesi accusati di collaborazionismo, benché meno della metà di questi avesse effettivamente mantenuto contatti con le autorità israeliane”. L’uomo che si vede in primo piano, accanto a un ebreo ortodosso che lo sta guardando incuriosito, è nientemeno che il Guastafeste Giorgio Ghiringhelli. Ma che ci faceva a Gerusalemme in un momento così “caldo” della storia di Israele , 889 anni dopo la prima crociata proclamata per liberare la città occupata nel 637 dal califfo Umar ibn al-Khaṭṭāb ? E soprattutto che ci faceva un ateo come lui , con tanto di kippa in testa, in atteggiamento di preghiera davanti al più sacro luogo di culto degli ebrei ? Come noto gli ebrei che frequentano questo luogo infilano tra le fessure del Muro dei foglietti con le loro preghiere, che poi due volte l’anno vengono raccolti e sepolti in un vicino cimitero. C’è chi giura di aver visto il Ghiro infilare un suo biglietto. Non si saprà mai cosa c’era scritto, ma c’è chi è pronto a scommettere che fu in occasione di quel viaggio che il Ghiro ebbe l’ispirazione divina di lanciare la sua crociata contro l’islamizzazione della Svizzera e dell’Europa.

Giorgio Ghiringhelli