Il noto teologo islamico ed intellettuale svizzero di origini egiziane Tariq Ramandan è stato fermato ieri a Parigi nell’ambito di un’indagine su due stupri di cui è stato accusato recentemente. A quanto pare la notizia non è ancora stata confermata ufficialmente e la polizia può trannere Ramadan solo per 48 ore dopo di ché dovrebbe rilasciarlo o indagarlo formalmente.

Le due denunce sono state presentate ad ottobre e hanno avuto immediatamente effetti negativi sull’immagine del teologo che è stato sollevato dal suo incarico accademico di professore di studi islamici all’Università di Oxford.

La prima donna a denunciare la violenza sessuale è stata Henda Ayari che sarebbe stata vittima dell’accademico in un hotel di Parigi nel 2012. Aveva già reso pubblico l’accaduto sulla sua pagina Facebook e poi in un libro ma senza mai rivelare l’identità dello stupratore. La difesa di Ramadan ha presentato ai giudici alcune conversazioni avvenute su un social network tra l’uomo e Henda in cui lei avrebbe fatto avance esplicite al teologo che però sarebbero rimaste non corrisposte. La seconda denuncia riguarda fatti avvenuti nel 2009 ma la donna ha voluto mantenere l’anonimato.

Il 55enne Tariq, di nazionalità svizzera nato in una famiglia egiziana, è nipote del fondatore dei Fratelli musulmani, organizzazione fondamentalista sull’attività della quale ha basato il suo dottorato conseguito all’Università di Ginevra. Non è nuovo ad accuse di estremismo ed è particolarmente popolare negli ambienti conservatori islamici mentre invece i suoi punti di vista sono rinnegati dai laici che lo accusano di essere indulgente con il fanatismo, di spingere le donne a portare il velo e di appoggiare l’antisemitismo.

Ques’ultima accusa si fonda soprattutto sul fatto che Tariq non concorda con la soluzione dei due stati per il conflitto israelo-palestinese ma uno dei punti più discussi della sua attività è l’appello che ha lanciato nel 2009 per cancellare Hamas dall’elenco della organizzazioni terroristiche. Quella dell’antisemitismo tuttavia è un’accusa che Ramadan aveva sempre respinto definendosi invece un convinto antisionista.

La sua fama divenne planetaria nel 2000 quando il Time magazine l’aveva inserito tra i più importanti innovatori religiosi del XXI secolo e il suo nome è ritornato nel 2004 tra le pagine del famoso giornale tra le 100 persone più influenti del pianeta. In Italia si è discusso molto dell’intellettuale quando nel 2017 una sua conferenza a Bolzano era stata annullata a causa delle proteste della comunità ebraica.

Alle accuse di stupro Ramadan ha risposto definendole “una campagna a suo danno da parte dei suoi avversari” e ha aggiunto che esse sono “false e tradiscono gli ideali in cui ho sempre creduto”.