Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa (rara) opinione da sinistra, di un simpatico tono scanzonato.

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Queste settimane che precedono il SÌ/NO Billag mi divertono molto.

Lo dico infischiandomene dei sinistri che mi daranno dell’avventurista o dello stupore destrorso che non riesce a far quadrare il personaggio con le opinioni del momento.

Perché mi diverto?

Semplice. Mai vista tanta gente “che conta” pensarla alla stessa maniera. L’urégiat, il sinistrato, il liberalone, l’ecologista, radicali e diversi conservatori nazionalpopolari, tutti assieme appassionatamente a difendere storia, ruolo e potenzialità (?) della RSI.

Dibattiti fiume per parlarsi addosso (malattia infantile che distingue il politicante dal cittadino comune), corsa incessante a coinvolgere nell’agone i vip del momento sulla parola d’ordine dettata dal cane Peo. Milioni buttati in pubblicità mediatica che, improvvisamente, vanno bene anche a chi l’ha sempre avversata con nutrito contorno di buoni propositi per l’immediato futuro.

Non una parola sui perché della diminuzione del canone nel 2019. Pagheremo di meno e basta, finita lì. Non è forse perché fino ad oggi si è pagato troppo e il No Billag ha messo il ditino sulla piaga? Molte invece sui funzionari che perderebbero il posto di lavoro a Comano e dintorni. Gente con discreta visibilità e chiappe al caldo da tempo, che si può permettere diverse attività in parallelo all’impiego ufficiale e (senti, senti) partecipare anche a programmi occupazionali per enti foraggiati con denaro pubblico. Se il carrozzone, fino a oggi, è andato avanti per inerzia, dopo il 4 marzo la pacchia sarà meno facile, qualunque sia l’esito della votazione. Anche i signorini della tele dovranno considerare l’eventualità di scarparsi il culo a cercare un’alternativa professionale dignitosa, come sta facendo, da qualche tempo, la fascia meno privilegiata di questo Cantone.

Insomma mi diverto e mi divertirò anche a primavera e dopo, comunque vada, perché la repubblichetta dovrà darsi una mossa e abituarsi agli scossoni, anche solo paventati.

Come si diceva una volta? Grande è il disordine sotto il cielo, la situazione è quindi eccellente!

Carlo Curti