“l’Italia agli italiani!” ha gridato il giovane, poi ha premuto il grilletto, sparando a sei persone
Luca Traini, 28 anni, a bordo di un’Alfa Romeo dal finestrino abbassato, in seguito al terribile omicidio di Pamela, 18 enne tossicodipendente, brutalizzata e fatta a pezzi in due valigie da uno spacciatore nigeriano, ha sparato trenta proiettili da una Glock calibro 9 a sei persone, alcuni presunti spacciatori nigeriani, poi, disceso dall’auto, è salito su un monumento ai caduti, ha indossato un tricolore sulle spalle, e ha fatto il saluto fascista.
Tra i feriti, nati tutti tra l’85 e il ’97, nessuno è in pericolo di vita: il più grave ha riportato una ferita al fegato e ha subito un intervento delicato, dal quale è fortunatamente uscito indenne. Gli altri feriti hanno riportato ferite all’arteria, all’avambraccio, al torace, al gluteo, alla gamba e alla spalla.
Traini conosceva Pamela, e il fatto di sangue da lui compiuto sarebbe probabilmente derivato dalla terribile fine inflitta alla giovane da Innocent Oseghale, 29 enne spacciatore nigeriano, che avrebbe ucciso la ragazza, asportandole cuore e utero, e tagliandone il corpo in venti pezzi.
Come dichiarato dalla segretaria della Lega Letizia Marino, Traini era innamorato della Mastropietro, anche se i genitori della ragazza hanno affermato che i due non si frequentassero sovente.
Luca Traini nel 2017 era stato candidato alle elezioni comunali della Lega di Matteo Salvini a Corridonia, senza però prendere nemmeno una preferenza, non ha precedenti penali, un diploma da geometra, era stato mandato via dalla palestra che frequentava per alcune affermazioni razziste e il saluto fascista, fatto di frequente.
Il neofascista ha raccontato: “ero in palestra, quando ho sentito alla radio per l’ennesima volta, la storia della mia amica Pamela. Sono corso a casa, ho aperto la cassaforte, ho preso la pistola.”
Traini è ora detenuto nel carcere di Montacuto, vi è arrivato tranquillissimo e avrebbe anche scambiato qualche battuta con gli agenti. E’ stato accuratamente tenuto lontano dai detenuti di colore, per paura di rappresaglie e tafferugli.
Scoppia la polemica, anche e soprattutto politica. E se Salvini, in seguito all’orrido delitto di Pamela aveva accusato la Boldrini di essere complice di un’immigrazione selvaggia e fuori controllo, ieri sera è stato lo scrittore Roberto Saviano ad attaccare immediatamente il candidato premier, accusandolo di essere il mandante morale della sparatoria, la Boldrini ne ha sostenuto la tesi. Salvini ha condannato la sparatoria, ribadendo però anche la sua condanna all’immigrazione clandestina. Alcuni ex leader della lega, però, si dissociano da un “folle avvolto da un tricolore” che fa il saluto fascista. Costui, a loro dire, non avrebbe mai dovuto avere a che fare con il partito leghista.
Saverio Tommasi considera più grave l’attentato agli immigrati di macerata, che l’omicidio di Pamela.