Durante il congresso straordinario di circa 1’500 attivisti del UKIP che avuto luogo sabato 17 febbraio a Birmingham, il leader Henry Bolton è stato rimosso dalla guida del partito a seguito di una votazione a favore della mozione di sfiducia nei suoi confronti avanzata dal comitato esecutivo nazionale.
La decisione del partito britannico euroscettico, fondato nel 1993 da un gruppo di secessionisti del partito conservatore, getta nuovamente il futuro del gruppo politico nell’incertezza.
Bolton, 54 anni ex ufficiale dell’esercito senza nessuna esperienza politica, che era stato eletto lo scorso settembre dopo le dimissioni di Nigel Farage, ha perso la leadership perché rimasto travolto dallo scandalo che ha visto la sua ex compagna, la modella 25 enne Jo Marney, inviare messaggi razzisti contro la fidanzata del principe Harry, l’attrice afroamericana Meghan Markle.
“Sporcherà con il suo seme la famiglia reale e aprirà la strada a un re nero” aveva affermato la modella aggiungendo che non avrebbe mai fatto sesso con un “negro” perché considerati brutti.
Dopo la dichiarazione di aver chiuso la relazione con la top model si era rifiutato di dimettersi. Ma questo non ha convinto i suoi colleghi di partito che con il 63% dei voti hanno deciso a favore della sua destituzione mettendo la parola fine alla sua breve carriera politica.
Bolton, mostrando delusione per il risultato, ha paragonato l’esame accurato della sua vita privata a quello affrontato dalla principessa Diana.
Tutti e tre i successori di Farage sono durati poco fra dimissioni e contestazioni. Adesso in molti chiedono che sia proprio Farage, che aveva annunciato di volersi ritirare a vita privata dopo aver conseguito la vittoria al referendum sulla Brexit, a tornare alla guida del partito populista convinto di lasciare l’Unione Europea.
Secondo Farage un secondo referendum avrebbe un consenso ancora più ampio rispetto alla prima consultazione chiudendo definitivamente la questione. Favorevole a questa seconda iniziativa, ha dichiarato che la Gran Bretagna sta facendo troppe concessioni a Bruxelles rischiando di tradire il mandato del referendum.
Il partito, che non ha deputati e che ha visto nelle ultime elezioni generali un crollo dal 12.6% all’1.8%, ha annunciato che Gerard Batten, membro del parlamento europeo, assumerà ad interim il ruolo di leader fino a quando non verrà eletto un nuovo successore al timone del movimento. Il quarto in diciotto mesi.
Oltre alle aspre lotte interne, dovranno anche affrontare una crisi finanziaria dopo che un giudice ha stabilito che il partito UKIP deve pagare una grossa somma di sterline a sei zeri a seguito di una battaglia legale per diffamazione intentata da tre deputati laburisti. Un fatto questo che lascia intendere un collasso del partito al di là della sua leadership.
Le strutture di base dell’organizzazione del partito stanno scomparendo, molte sedi stanno chiudendo e molti dei consiglieri desiderano correre come indipendentisti alle prossime elezioni.