… molto peggio di così. Gli italiani potevano svegliarsi con un PD al 25%, Forza Italia a più del 20%, +Europa e Liberi e Uguali sopra il 5. Detto altrimenti il fronte euro-liberista avrebbe potuto dare le carte anche stavolta e rassicurare i mercati. Invece il blocco politico della “stabilità” è uscito con le ossa rotte, e anche se tenterà di procedere col pilota automatico, dovrà fare i conti con la valanga populista. Altrimenti al prossimo giro di giostra i 5 Stelle rischiano di arrivare al 50%. Ecco spiegati i lamenti che da giorni imperversano a “sinistra”, quella ormai scomparsa dai radar elettorali perché eclissata dalla realtà confusa e supina alle strategie politiche euro-liberiste.

Sperare che il significato di un voto simile sia minimamente compreso da quelle parti è puro auto-lesionismo. È colpa degli elettori che sono diventati tutti fascisti? No, è stato un vero e proprio voto di classe. Certo, di una classe alienata, incazzata, smobilitata, razzista, che utilizza concetti e parole presi dal campo avverso pur di esprimere dissenso. Sperare che nel vuoto cosmico dove l’ha portata la sinistra (deserto d’idee, strategie e presenza sociale), questa classe esprima un rifiuto cosciente del mainstream politico, significa prendere lucciole per lanterne.

È in questa merda che dobbiamo nuotare, non altrove. Scansarsi, tentare di giustificare ideologicamente la propria aristocratica altezzosità, non farà altro che moltiplicare geometricamente l’impatto del “populismo”sulla società e nelle future elezioni.

È un voto che incrocia disagio sociale e offerta politica reale, che esprime insofferenza generica ma maggioritaria, espressa male, malissimo, travasandola (chi ha deciso di votare) sulla scheda per replicare l’alienazione quotidiana che subisce il proletariato di questo paese. Con un sistema elettorale serio la batosta sarebbe stata ancora maggiore.

Chi sperava nel meno peggio è rimasto giustamente sconvolto. In questo guazzabuglio sociale, in questa fase di dissenso generalizzato, dovrebbero (condizionale d’obbligo) trovarsi a loro agio gli antagonisti.

Sì, il voto è andato male ma poteva andare peggio. Da Chiasso in giù avrebbero potuto avere il PD ancora al governo.

Carlo Curti, Lugano