Via libera da pare del Gran Consiglio alla sperimentazione del progetto “La scuola che verrà”, approvato con ben 51 voti a favore, 19 contrari e 5 astenuti. I 6,7 milioni di franchi necessari per avviare il progetto, secondo il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli serviranno per arrivare ad una riforma che “migliorerà l’offerta ai giovani per il futuro”. Non si tratterrebbe dunque di “un esperimento per vedere che effetto fa. Lo scopo è mettere a punto un sistema in vista di una generalizzazione” ha dichiarato Bertoli.

Ora che il credito è stato aumentato da 5,31 a 6,7 milioni di franchi, anche la sede di Caslano verrà coinvolta nel progetto oltre alle scuole di Acquarossa, Biasca e Tesserete. Due tra le scuole coinvolte seguiranno un modello che prevede la sostituzione della suddivisione in livelli A e B con un più innovativo programma di laboratori per le materie principali e una distribuzione casuale delle classi. Nelle altre due invece si testerà un altro modello: gli allievi verranno divisi tra quelli più portati ad un approccio formale e teorico alle materie come italiano matematica, tedesco e scienze e quelli che invece prediligono metodi più pratici.

Sono stati bocciati i due emendamenti di Morisoli e Pamini. Il primo chiedeva la formalizzazione legale nel decreto del fatto che il dossier relativo alla Scuola che verrà non potesse essere “congelato o abbandonato dalla Commissione scolastica” mentre Pamini voleva che nel decreto fosse precisato che un piano e delle regole precise sul monitoraggio del progetto fossero sottoposte al Gran Consiglio allo scopo di “salvaguardare l’autorevolezza e l’efficacia della sperimentazione”.

Ora che gli emendamenti sono stati bocciati, Pamini ha dichiarato che aumenterà il rischio di un referendum. Manuele Bertoli ha dichiarato che “Un referendum popolare è sempre possibile. Deve essere chiaro, però, che impedirebbe la partenza del progetto in settembre. Se volete maggiori rassicurazioni, noi siamo pronti a dialogare permanentemente con la Commissione scolastica”.

PLR si dichiara parzialmente soddisfatto del decreto, sottolineando come un’approfondita analisi dei dati raccolti nei successivi tre anni sia indispensabile per migliorare l’offerta scolastica della scuola media. “Grazie alla sperimentazione sarà possibile il confronto dei modelli alternativi al sistema attuale sulla base di un’analisi scientifica approfondendo i pro e i contro delle due opzioni e dell’attuale offerta” ha dichiarato granconsigliera PLR Maristella Polli.

Il PPD e il PS dal canto loro si dicono entrambi soddisfatti del risultato. Il primo sottolinea l’importanza del rafforzamento della formazione dei docenti e dello sviluppo di un modello alternativo delle settimane dedicate al progetto, che deve permettere ad ogni allievo di “sviluppare le sue reali potenzialità”. Il Partito socialista invece ha dichiarato in una nota che “Al centro della sperimentazione del progetto sono poste le necessità formative delle allieve e degli allievi e le loro specificità. Il principio della personalizzazione e la differenziazione pedagogica rispondono al bisogno di riconoscere le loro potenzialità e contribuire al loro sviluppo, garantendo un’efficace presa a carico delle loro difficoltà”. L’importanza dunque è posta sul fornire un modello di scuola “inclusiva, equa e attenta ai bisogni dell’allievo […] che non che non accentui, rinforzandole, delle differenze dovute alla provenienza sociale e culturale delle ragazze e dei ragazzi, fattori che ancora oggi si rivelano determinanti per la loro riuscita scolastica”.

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IMPORTANTE

Il Comitato cantonale dell’UDC, riunito ieri sera a Rivera, ha deciso all’unanimità di lanciare il Referendum contro la decisione presa dal Gran Consiglio (51 a 19) di sperimentare “la scuola che verrà” a partire da settembre 2018. Appoggiano l’UDC Area Liberale (Morisoli e Pamini) e l’UDF. Si suppone che anche la Lega sarà della partita, con il suo ampio bacino di voti.

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Commento.

  • L’UDC fa una mossa estremamente audace, della quale è difficile prevedere l’esito. Essa ha il vantaggio di rovesciare il tavolo, di porre l’iniziativa nelle mani del partito e di collocarlo al centro dell’attenzione, ottima cosa in vista delle elezioni di aprile 2019. Ma sarà dura, perché li avranno contro tutti. 
  • Bertoli ha detto chiaramente che il lancio del Referendum avrà l’effetto di impedire l’innesco della sperimentazione a settembre.
  • Si osservi che nel PLR e nel PPD l’opposizione al progetto Bertoli (adattato, sono state fatte delle concessioni) è ridotta praticamente a zero (ammesso che non ci sia del “sommerso”).
  • Ticinolive seguirà con grande attenzione gli sviluppi della vicenda politica e sarà, come sempre, aperto a tutti, da Morisoli a Pronzini.