Francesco Russo, luganese, matematico, è professore a Parigi nel politecnico ENSTA

Il professor Russo nel suo ufficio di Parigi, con quattro studenti cinesi

LA SCUOLA CHE VERRA’. Una riforma della scuola “inclusiva” fortemente voluta dal Governo cantonale del Canton Ticino. Non entro nel merito dei contenuti, ci vuole più tempo, ma trovo interessante la presa di posizione controcorrente di un membro (on. Andrea Giudici, PLR, v. intervista; ndR) del maggiore partito al Gran Consiglio (parlamento cantonale). Nell’articolo risalta la citazione attribuita a Stefano Franscini, padre della Scuola pubblica ticinese: “I maestri apprendano prima ciò che devono insegnare poi vedano come ai ragazzi si insegni”. Interessante il riferimento alla “copiatura” del modello francese: la “severa” scuola pubblica francese era per molti (fino agli anni ottanta) un esempio di qualità e di promozione sociale; quando l’ “ascensore sociale” si é guastato, la risposta fu una corsa al livellamento verso il basso. Tornando alla riforma in cantiere che incomincerà la sua sperimentazione tra poco, non si tratta di criticarla in blocco; la mia impressione é che il dibattito (pur essendoci stato) non sia stato sufficiente. Il referendum permetterà di coinvolgere meglio (spero) famiglie e insegnanti a tutti i livelli.

Francesco Russo

Nota. La raccolta delle firme è in corso e proseguirà per tutto il mese d’aprile