È precipitata la stazione spaziale cinese Tiangong-1 e – nonostante gli inutili e scientificamente infondati timori di diverse testate che hanno parlato di possibile impatto disastroso – non ha provocato alcun danno.

Immessa in orbita attorno al pianeta il 17 agosto del 2011, Tiangong è rimasta sotto controllo e operativa fino al 2016. Pensata come un laboratorio-test, la stazione fa parte del più ampio Programma Tiangong il cui obiettivo prevede una stazione cinese orbitante permanente e operativa di crica 20 tonnellate, sul modello della russa Mir, entro il 2022.

Lunga circa 10,4 metri e con un peso di 8 tonnellate, la stazione Tiangong-1 aveva smesso di ricevere i dati dall’Agenzia spaziale cinese a fine marzo 2016 il chè ha impedito un rientro controllato nell’atmosfera terrestre.

L’idea di un rientro non controllato ha allarmato diverse persone ma il timore che un pezzo della stazione potesse colpire un centro abitato e che questo potesse rappresentare un problema per la sicurezza della popolazione è stato alimentato più che altro dal punto di vista mediatico e non scientifico.

Era certo infatti che il contatto con l’atmosfera terresetre, e soprattutto con la sua parte più densa, avrebbe disintegrato gran parte della stazione e anche se non si poteva prevedere con certezza il destino delle componenti più robuste, uno scenario apocalittico era escluso sin dall’inizio.

La traiettoria di rientro di Tiangong-1 è stata seguita a scienziati di tutto il mondo che hanno cercato di restringere il più possibile la finestra di rientro sia con osservazioni diretta che con calcoli.

Stanotte, alle 2.16 ora svizzera, la stazione cinese è finalmente precipitato nella zona meridionale dell’oceano Pacifico a nord-est di Tahiti, paradossalmente nei pressi del Punto Nemo, una zona chimata “cimitero dei satelliti” dove vanno a finire i satelliti che hanno finito la loro missione sotto rientro controllato.

Secondo le autorità cinesi e anche quelle americane, la stazione è stata quasi completamente distrutta dall’atrito con l’atmosfera ma non è escluso che alcuni piccoli detriti siano finiti nell’oceano.

A causa della distanza dalle zone abitate, pare non ci siano testimonianze o riprese dello spettacolare rientro.