Il giovane 23enne è morto domenica sera all’ospedale di Lille, dopo aver subito un arresto cardiaco durante lo svolgimento della 116a edizione della classica Paris-Roubaix, alla quale partecipava per la prima volta.

Poco prima delle ore 14, in un tratto di strada in discesa, 100 chilometri dopo la partenza di Compiegne, Goolaerts cade improvvisamente sul bordo di un pendio a sinistra. Immediatamente rianimato dall’équipe medica della gara, dai vigili del fuoco e dai medici dello SMUR (organizzazione per le emergenze pre-ospedaliere), è stato trasportato ancora vivo in elicottero all’ospedale, ma le sue condizioni sono apparse subito gravi.

Le circostanze esatte della sua caduta non sono state specificate. L’emittente televisiva di Stato, France 3, ha ripreso in diretta le impressionanti immagini della rovinosa caduta del giovane belga e del gruppo di testa sfrecciare senza nessun ciclista che si fermasse per accettarsi delle sue condizioni. Passano decine di ciclisti ma si dovrà aspettare l’arrivo dell’ammiraglia della sua squadra belga Veranda’s Willems-Crelan per iniziare il massaggio cardiaco e il tentativo di rianimazione con il defibrillatore. Durante i soccorsi il cuore si sarebbe fermato più volte.

È un altro lutto che colpisce il mondo del ciclismo. Un ragazzo di 23 anni colpito da un infarto durante la corsa “delle pietre”, la più massacrante tra quelle del calendario ciclistico. Nel 2011 il ciclista belga Vauter Weiland ha perso la vita battendo la testa durante una caduta in discesa, a marzo 2016 in Corsica un attacco di cuore ha fermato la vita di un altro giovane corridore 22enne, il belga Dann Myngheer, sempre a marzo 2016 scompare all’età di 25 anni il professionista belga Antoine Demoitié, travolto da una moto e deceduto in ospedale. Ad aprile 2017 un professionista italiano di origine marchigiane, Michele Scarponi, è stato travolto ed ucciso mentre si allenava dal furgone di un artigiano.

Sono tanti purtroppo i corridori che hanno perso la vita per incidenti o problemi cardio-respiratori accusati durante una gara.

È utile ricordare un’analisi dell’agenzia mondiale anti-doping WADA, scritta dopo un lungo monitoraggio su prelievi di sangue dei corridori, che dichiara come nel ciclismo si faccia troppo uso del Tramadolo – oppioide sintetico che costituisce il principio attivo dei farmaci antidolorifici – venduto senza specifica ricetta speciale per stupefacenti e facilmente reperibile. Secondo sempre l’agenzia WADA questo oppiaceo è utilizzato da oltre il 5 per cento dei professionisti per non sentire la stanchezza, crampi e dolori muscolari, permettendo così sforzi che altrimenti non sarebbero possibili. Gli atleti corrono dunque in uno stato confusionale. Da qui l’ipotesi che l’abuso di questa sostanza sia alla base delle numerosissime cadute durante le gare ciclistiche.

Nel ciclismo non esistono solo ormoni, il doping propriamente detto illegale, ma esiste anche il nuovo doping che non è neppure vietato, e non mancano le denunce per questo. La Gendarmeria francese ha aperto un’inchiesta. Alcuni poliziotti sono entrati nel bus della squadra prelevando bicicletta ed effetti personali di Goolerts. Il ragazzo belga era stato ingaggiato come stagista due anni fa dalla squadra professionale maschile belga Lotto Soudal, che però non confermandogli il contratto, trovò un posto nel team Veranda. «Non immaginavo che il professionismo fosse così duro» spiegò durante un’intervista, «fatico anche solo a tenere il ritmo del gruppo».

L’autopsia dovrà confermare se il cuore del giovane ciclista è stato colpito da un infarto come conseguenza della caduta oppure se è stato l’infarto a provocarla.