La ben nota questione del Cardiocentro, “gioiello medico” creato dal professor Tiziano Moccetti a favore di tutto il Ticino, infiamma gli animi ed occupa grandi spazi nei media. 

Ticinolive ha intervistato Edo Bobbià, un politico liberale di grande esperienza chiamato ad assumere il ruolo di Coordinatare del gruppo di sostegno “GrazieCardiocentro”, recentemente fondato, al quale hanno aderito (con molte altre personalità di spicco) il Sindaco (Lega) e il Vicesindaco (PLR) di Lugano.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Se il passaggio del Cardiocentro all’EOC avvenisse secondo le modalità richieste dall’EOC quale danno ne avrebbe il Cardiocentro? La sua capacità di fornire servizi di eccellenza ne sarebbe compromessa?

Edo Bobbià  Non parlerei di danno, ma di danno potenziale. Ci si deve in sostanza chiedere, questo almeno il parere del nostro gruppo, se sia il caso di correre questo rischio oppure di lasciare le cose come stanno, vista l’eccellenza raggiunta. In altre parole sarebbe secondo noi auspicabile trovare un’intesa tra EOC e Cardiocentro che si limiti a trasferire involucro e terreni, onorando in questo modo i contratti, garantendo invece piena continuità al contenuto. Sarà compito dei negoziatori stabilire se c’è o no un margine di manovra.

“Grazie Cardiocentro” è un semplice gruppo di sostegno, l’espressione di un apprezzamento per quanto è stato egregiamente fatto sin qui. Ci sono secondo noi dei momenti nella vista in cui vale la pena battersi per un ideale, per qualcosa in cui si crede veramente e per di più nell’interesse della nostra popolazione. Il gruppo di amici che continua ad ottenere forti e qualificate adesioni non ha, almeno per il momento, intenzioni bellicose. E’ certamente giusto che i contratti vanno onorati, ma è altrettanto vero che gli stessi possono essere riesaminati con la luce dell’attualità e dell’eccellenza acquisita, assolutamente non presenti 25 anni or sono. L’eccellenza acquisita in tanti anni di duro lavoro non dev’essere imbrigliata in strutture tendenzialmente rigide e burocratiche a scapito della curiosità scientifica d’avanguardia. Come evitarlo ? Mettendo a confronto le tesi delle due parti nella speranza che la saggezza possa aver ragione su una datata forma contrattuale.

Quali risultati ha ottenuto sinora il pressante appello di “Graziecardiocentro”?

L’appello ha avuto e continua ad avere un esito eccezionale quanto inatteso. Sono migliaia le adesioni che riceviamo da ogni angolo del Cantone attraverso tutti i nostri canali. Questo per dire che non si tratta affatto della solita battaglia cantonticinese tra sopra e sotto Ceneri. La gente ha semplicemente capito l’intenzione ministeriale dell’EOC di fagocitare in fretta e furia il Cardiocentro, come se si trattasse di un semplice ambulatorio. Il rischio insito in questo atteggiamento pericoloso è stato pienamente compreso dalla popolazione.

Il Consiglio di Fondazione 4-1-1-1 (4 Cardiocentro) che è stato proposto ha fatto storcere il naso (a mio avviso le probabilità che venisse accettato erano scarse). Ma il direttore generale Pellanda non ha esitato a tirare in ballo Fantozzi e la corazzata Potjomkin. Una grossolana provocazione?

La risposta di Giorgio Pellanda, di cui sono amico, mi ha parecchio sorpreso. Lui non è fatto così. Abbiamo fatto assieme la campagna del PLRT per il Consiglio di Stato e ho di lui bei ricordi di un uomo riflessivo piuttosto che aggressivo. Posso capire, ma solo fino ad un certo punto, che l’atteggiamento del Cardiocentro e la nascita del nostro gruppo di sostegno lo abbia parecchio infastidito, ma non è ancora un buon motivo per partire subito con l’artiglieria pesante. Anche poiché il nostro gruppo, come detto non bellicoso, se provocato potrebbe escogitare altre forme di lotta democratica che non è difficile individuare. L’atteggiamento di Pellanda lo leggo comunque come un segnale di debolezza. E in ogni caso nessuno ha ancora risposto alla domanda che tutti si fanno: perché cambiare una cosa che funziona bene?

È possibile – o addirittura probabile – che si giunga a un contenzioso legale (guerra di avvocati)?

Spero di no. Personalmente credo ancora, fino a prova del contrario, nella capacità delle parti di almeno provare a trovare un soluzione condivisa. Passare agli avvocati sarebbe una sconfitta per la politica, di cui il dialogo è da sempre una parte importante.

Questo duro confronto può essere visto nell’ottica di una “contrapposizione tra pubblico e privato”?

No. Il Cardiocentro è un ospedale pubblico, anche se non statale. Si tratta di una Fondazione no profit, senza scopo di lucro, che di conseguenza non può fare utili o distribuire dividendi agli azionisti, a differenza di altri attori presenti nel panorama sanitario. Le cliniche private hanno un altro ruolo e nemmeno sempre in sintonia con il Cardiocentro, quindi…..

O tra… Lugano e il Resto del mondo? Il Sindaco e il Vicesindaco sono, con entusiasmo, dei vostri (ma nel 2020 saranno avversari…)

Noi del gruppo di sostegno vogliamo solo che il Cardiocentro venga tutelato. Del resto il nostro motto è ”Squadra che vince non si cambia”! La politica del 2020 sarà una questione importante, ma che i diretti interessati gestiranno nel modo che riterranno più opportuno. Certo che l’adesione del Municipio Lugano ad una forma contrattuale diversa da quella sottoscritta tanti anni fa non può che farci molto piacere. Così come ci fa molto piacere la presenza del sindaco Marco Borradori e del vicesindaco Michele Bertini tra le fila del nostro Gruppo. In un certo senso un alto apprezzamento del lavoro svolto sin qui e anche per le persone che hanno via via concretizzato questo indiscutibile successo non certo effimero ma che ha permesso di curare nel modo migliore molti ticinesi da Airolo a Chiasso. Il treno per Zurigo è stato quasi completamente annullato, garantendo interventi rapidissimi e di alto livello, che in cardiologia non sono proprio aspetti secondari.

Per concludere. Lei si è impegnato in prima persona, e ci crede. Come potrà “Graziecardiocentro” vincere la sua battaglia?

Il gruppo di sostenitori mi ha generosamente “promosso” coordinatore. Io ci credo anche poiché ero in Gran Consiglio negli anni 90 quando la nascita del Cardiocentro fu duramente osteggiata sia dall’EOC e dal suo direttore, sia da un qualificato gruppo di 7 Super esperti. L’EOC e gli esperti avrebbero commesso un grave errore di valutazione a discapito dei ticinesi. Infatti la decisione fu poi a favore del Cardiocentro, anche se allo stesso gli oppositori guardavano con malcelata sufficienza per non dire altro . Una prognosi di sopravvivenza di al massimo due anni, con Moccetti a sfracellarsi economicamente con il suo Centro .Le cose, per fortuna e un po’ di saggezza, andarono diversamente.

Alle volte la storia si ripete, anche se con contenuti un po’ diversi.

Esclusiva di Ticinolive